Cronaca

Eutanasia, il pm impugna l'assoluzione di Cappato e Welby

Presentato ricorso in appello contro la duplice assoluzione. L'accusa è istigazione e aiuto al suicidio nella morte di Davide Trentini, malato di Sla

Davide Trentini e Mina Welby

Non è conclusa la vicenda giudiziaria legata alla morte di Davide Trentini, il malato di Sla spirato in Svizzera nel 2017 tramite suicidio assistito con il supporto dell'associazione Luca Coscioni. Oggi la procura di Massa ha presentato ricorso in appello contro la sentenza con cui il giudice di primo grado aveva assolto dall'accusa di istitugazione e aiuto al suicidio Mina Welby e Marco Cappato, rispettivamente co-presidente e tesoriere dell'associazione.

Il pm titolare dell'inchiesta, Marco Mansi, ha dichiarato di "credere ai mobili intenti" di Welby e Cappato. "E' stato compiuto un atto nell'interesse di Davide Trentini a cui però mancano i presupposti che lo rendano lecito" ha detto Mansi. Di qui la presentazione del ricorso in appello.

"Prendiamo atto con rispetto della decisione della procura di Massa - si legge in una nota di Mina Welby e Marco Cappato - Il ricorso arriva pochi giorni dopo la lettera Samaritanus bonus con cui la Santa Sede ha definito un "crimine" l'aiuto a morire a ha bollato come "complici" coloro che partecipano a tale aiuto, materialmente o attraverso l'approvazione di leggi, e conferma la gravità dell'incertezza giuridica e della minaccia che incombe sui malati terminali italiani che vogliano sottrarsi a condizioni di sofferenza insopportabile".