Lavoro

Sciopero, industriali e cavatori in marcia insieme

Per la prima volta con l'appoggio degli industriali oltre duemila lavoratori del marmo sono scesi in piazza a Carrara "per lavorare e in sicurezza"

Oltre 2.500 lavoratori del marmo, cavatori, operai e questa volta anche imprenditori e industriali sono scesi in piazza a Carrara nel giorno dello sciopero di 8 ore organizzato da Cgil e Uil. Sullo striscione che apre corteo c'è scritto "continuare a lavorare, in sicurezza con regole chiare e certe per incrementare l'occupazione lo sviluppo sostenibile del territorio", proprio questi i punti principali dello sciopero del comparto del marmo. Uno sciopero che è stato descritto dai sindacati come "costruttivo e non contro" per chiedere un tavolo con Regione e Comune.

Per la Cgil, è necessario promuovere uno sviluppo sostenibile delle cave, sia sociale che ambientale."Ma - scrive la Cgil - i termini per l'approvazione dei Piani Attuativi dei Bacini estrattivi sono stati prorogati di un anno con scadenza al 5 giugno 2019 e l’amministrazione comunale dovrà necessariamente procedere speditamente al fine di evitare inutili contenziosi e problemi nella definizione delle modalità di lavorazione".

Inoltre, continua il sindacato "il nostro obiettivo è e rimane quello di garantire dal bene marmo una redistribuzione della ricchezza con ricadute più ampie per tutto il territorio è il momento di sottrarsi al ricatto padronale, approvando il nuovo Regolamento degli Agri Marmiferi con assegnazione a gara delle concessioni ad aziende capaci di garantire l’occupazione dei lavoratori, la sicurezza, la lavorazione in filiera corta dell’escavato e una durata che sia ragionevolmente commisurata al recupero degli investimenti".

"Questo sciopero è la nostra prima volta e forse anche questa novità dà il senso di quanto la situazione sia grave e vicina al punto di non ritorno", spiega Erich Lucchetti, presidente degli industriali di Massa Carrara.

"Le imprese e i lavoratori - spiega Lucchetti - condividono la necessità di trovare risposte ad una grave situazione di stallo ed incertezza che grava sul futuro delle nostre cave con conseguenze che potrebbero diventare disastrose sia per l'intero settore lapideo sia per il resto dell'economia apuana"