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Magia del cuore al Noa col pacemaker senza fili

E' stato impiantato con successo il dispositivo senza cateteri. L'intervento innovativo praticato nella sala di cardiologia interventistica

L'équipe che ha condotto l'intervento

Magia del cuore: al Nuovo ospedale delle Apuane di Massa non di solo Covid-19 vive l'attività sanitaria dei professionisti. E' stato impiantato nei giorni scorsi con successo un pacemaker leadless, ovvero senza cateteri, su un paziente di 69 anni per il quale non era indicato l'impianto di un dispositivo tradizionale. L'innovativo intervento è avvenuto nella sala di Cardiologia interventistica del presidio, così da correggere i periodi di fibrillazione atriale marcatamente bradicardica del paziente. 

All’intervento hanno collaborato le équipe di Aritmologia interventistica diretta da Giuseppe Arena e di Radiologia interventistica diretta da Alessio Auci ed è stato eseguito in anestesia generale, grazie alla presenza dei professionisti della struttura diretta da Alberto Baratta

L’innovativo pacemaker leadless non utilizza elettrodi transvenosi e viene posizionato tramite la vena femorale destra, anziché le vene toraciche. Il pacemaker 'senza fili' viene portato a livello del cuore attraverso un sistema di introduzione e rilascio che, dopo il posizionamento del dispositivo, viene asportato lasciando in ventricolo destro solo questo piccolo apparecchio metallico che svolge tutte le funzioni di un device tradizionale. L'intervento, durato in tutto 50 minuti, è perfettamente riuscito e ha consentito la precoce ed efficace mobilizzazione del paziente.

"I benefici che si possono riscontrare rispetto a un pacemaker tradizionale sono notevoli – sottolinea Arena - e sono legati a molteplici fattori: il leadless garantisce un’autonomia che va dai 10 ai 12 anni, grazie a potenti batterie di ultima generazione. L’intervento è mininvasivo perché tutto viene effettuato con un accesso senza tagli e senza suture. La ripresa del paziente è veloce perché la sua mobilizzazione avviene il giorno successivo all’intervento, con dimissione nell'arco di 1 o 2 giorni. Possono essere trattati anche pazienti con fattori di rischio importanti quali l'anzianità, il rischio di infezioni e l' insufficienza renale, fattori che, durante l’approccio chirurgico tradizionale, sono molto più esposti a sviluppare complicanze".

Il leadless migliora inoltre la qualità della vita del paziente perché è molto ben tollerato, spiegano i sanitari, al punto di non essere neppure percepito, e non è soggetto alle complicanze più frequenti accusate dal dispositivo tradizionale.