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Mollata ad un passo dall'altare ora sarà risarcita

Ad una settiamana dal sì il futuro sposo le aveva detto di avere un'altra relazione dopo 11 di fidanzamento. Era il 1999 e adesso arriva la sentenza

Ha aspettato sedici anni ma la Corte di Cassazione le ha dato ragione: adesso Lorenzo, classe 1970, deve risarcire la ex, Patrizia, di 16.500 euro.

Tutto successe nel 1999 quando la malcapitata, all'epoca quasi trentenne, si era comperata l'abito bianco e si era accollata un mucchio di spese, tra le quali mobili e lavori in casa, in vista della loro vita coniugale.

Ad avviso dei magistrati chi fugge dal matrimonio fuori tempo massimo, ossia dopo le pubblicazioni, e senza motivo valido, deve rimborsare le spese sostenute dal partner in vista del sì. Il promesso sposo ha cercato di non pagare i 16.500 euro di risarcimento ai quali era stato condannato dalla Corte di Appello di Firenze nel  2011.

I magistrati di secondo grado avevano stabilito che Lorenzo doveva ridarle tutti i soldi che lei aveva speso. Il verdetto è stato confermato dalla Suprema Corte che ha ritenuto "congrua e scevra da vizi logico giuridici" la sentenza di appello che "ha esaminato compiutamente tutte le testimonianze ritenendole non sufficienti a provare la sussistenza di un giustificato motivo di Lorenzo al non ottemperamento della promessa di matrimonio". 

Lorenzo è stato condannato anche a pagare 5.200 euro per le spese del giudizio di Cassazione.