Attualità

Cinque milioni e mezzo per i beni confiscati alle mafie

Lo stanziamento regionale abbraccia il triennio 2022-2024. Mira alla valorizzazione dei progetti di legalità nei beni sottratti al crimine organizzato

La tenuta di Suvignano

E' di 5,5 milioni di euro lo stanziamento regionale destinato a valorizzare e realizzare progetti di legalità e utilità sociale nei beni confiscati alle mafie sul territorio della Toscana. Le risorse sono erogate per il triennio 2022-2024, e 2,6 milioni sono già impegnati. 

L'obiettivo è aiutare le amministrazioni comunali a rendere i beni confiscati alla criminalità organizzata presidi attivi e produttivi contro le mafie, volano per le economie del territorio o progetti di cittadinanza attiva, di educazione alla legalità o di integrazione sociale.

Il dato è emerso durante la Festa della legalità promossa dalla Regione Toscana e organizzata dalla Fondazione Sistema Toscana in collaborazione con Giovanisì e con Ente Terre regionali toscane nella tenuta senese di Suvignano, 640 ettari di terreni e una doppia dozzina di immobili, la più grande confisca avvenuta in una regione del centro-nord Italia, sequestrata la prima volta dal giudice Giovanni Falcone nel 1983, dal 2018 restituita ai toscani ed amministrata dalla Regione attraverso Ente Terre regionali toscane insieme ai Comuni di Murlo e di Monteroni d’Arbia.

Moltissimi gli ospiti e i relatori che con i tanti ragazzi presenti e dagli studenti del liceo scientifico Pesenti di Cascina, da quelli in arrivo da Firenze, Siena e San Gimignano. Tra loro l'assessore regionale Stefano Ciuoffo che ha aperto la giornata e il direttore de l’Espresso Lirio Abbate, sotto scorta da anni per le sue inchieste su Cosa Nostra e la criminalità organizzata.

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La tenuta di Suvignano, simbolo dei beni sottoratti alle mafie

La grande tenuta di Suvignano ha una colonica di pregio, altri 17 edifici e 21.000 metri quadri tra immobili e magazzini. C'è anche una chiesetta, a fianco dell'edificio principale. Ci sono voluti ben 12 anni, a partire dal 2007, per completare le procedure di assegnazione alla Regione Toscana che adesso la gestisce attraverso l’Ente Terre, che fa sperimentazioni in campo agricolo e forestale e valorizza le risorse genetiche autoctone, bestiame compreso.

La via Francigena le passa vicino e da lì lo sguardo nelle giornate terse buca l'orizzonte fino all'Appennino, i campi di grano ed erba per il foraggio, qualche olivo. Comprende anche un centinaio di ettari di bosco, pecore sarde, maiali di cinta senese e, portati a suo tempo dalla Sicilia, anche alcuni cavalli ‘sanfratello' e ciuchi di Ragusa, i più amati dai bambini che visitano la fattoria scolastica.