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La Toscana si riprende la tenuta di Suvignano

Grande festa nella tenuta confiscata alla mafia e assegnata in gestione alla Regione. Il primo sequestro nel 1983 disposto da Giovanni Falcone

Una giornata di piena estate che in tanti hanno deciso di vivere nella tenuta divenuta simbolo della lotta alla criminalità organizzata in Toscana. Suvignano, 640 ettari su cui si erge una colonica e altri 17 edifici oltre a una chiesetta, è tornata ufficialmente alla Regione Toscana dopo un iter durato oltre trent'anni. 

Il primo sequestro, infatti, risale al 1983 e fu disposto dal giudice Giovanni Falcone che la tolse all'imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, sospettato di aver rapporti con Cosa Nostra. Il costruttore ne rientra successivamente in possesso. Tra il 1994 e il 1996. Poi, nel 2007, la condanna e la confisca definitiva. Nei mesi scorsi è arrivata l'assegnazione alla Regione. La gestione della tenuta è affidata a Ente Terre.

"Sì, ce la siamo ripresa, i toscani se la sono ripresa – ha detto l'assessore alla presidenza Vittorio Bugli che ha seguito l'iter che ha portato all'assegnazione della tenuta alla Regione – Questo è un bene importante, nel cuore prezioso della Toscana, finito nelle mani della mafia e oggi torna finalmente ai toscani. Sarà un luogo vivo, attivo, di idee e anche di produzione. Ci faremo una buona agricoltura, con prodotti biologici e di filiera corta, e chi lavorerà qui, lo farà garantito, sempre, dalla forza della legge e dei diritti". 

Molte le iniziative che hanno scandito la giornata a cui ha preso parte, fin da stamattina, l'imprenditore Antonino De Masi che da anni vive sotto scorta per aver denunciato il racket. Prima l'esibizione della street art band "BadaBimBumBad", poi la performance di "Straligut teatro" e la tavola rotonda "Conoscere le mafie, costruire la legalità". Chiusura affidata ai "Modena City Ramblers".