Cronaca

Morte di Martina, la Cassazione annulla le assoluzioni

Sarà necessario un nuovo processo di appello per i due giovani accusati di tentata violenza sessuale. La ragazza morì cadendo da un balcone

Martina Rossi

Un nuovo colpo di scena nella vicenda processuale iniziata quasi dieci anni fa con la morte di Martina Rossi, la studentessa genovese precipitata dal balcone di una camera di albergo di Palma di Maiorca il 3 Agosto 2011, secondo la ricostruzione dell'accusa mentre cercava di scappare da un tentativo di stupro.

I giudici della Corte di Cassazione hanno annullato le assoluzioni stabilite dalla Corte di Appello di Firenze nei confronti degli imputati, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, 28 anni entrambi, residenti a Castiglion Fibocchi. I due giovani erano inizialmente accusati di tentata violenza sessuale e morte in conseguenza di un altro reato e in primo grado furono condannati a sei anni di carcere. Al termine del processo di secondo grado furono invece assolti e oggi è arrivato il verdetto della Cassazione. Nel frattempo l'accusa di morte in conseguenza di un altro reato è caduta in prescrizione e quindi, nel nuovo processo di appello che si apre per Albertoni e Vanneschi, resta solo l'accusa di tentato stupro.

Annullando le assoluzioni, I giudici della Suprema Corte hanno accolto le richieste del procuratore generale Domenico Seccia, convinto che, durante il processo di secondo grado, prove e indizi fossero stati "travisati in modo superficiale, frammentario e non collegando le une agli altri ai fini della valutazione globale".

I genitori di Martina erano presenti questa sera in aula, alla lettura della sentenza della Suprema Corte. In tutti questi anni non si sono mai arresi, a partire dal giorno in cui la polizia spagnola liquidò la morte della figlia come suicidio, aggiungendo dolore al dolore. Dieci anni dopo, è giunto a una svolta il lungo cammino di questo padre e di questa madre nella ricerca della verità. Nel nome di Martina.