Politica

Una fascia bianca e rossa per la Regione

Via libera all'istituzione di una fascia che il governatore, gli assessori e i membri dell'assemblea indosseranno durante gli eventi istituzionali

La legge che ha istituito la fascia distintiva della Regione Toscana è stata proposta dal presidente del consiglio Eugenio Giani ed è la prima approvata dal nuovo consiglio eletto il 31 maggio scorso.

La fascia riprende i colori della Regione, bianco al centro con due bande laterali rosse con in aggiunta il Pegaso d'argento, il simbolo del Comitato toscano di liberazione nazionale che è diventato l'emblema dell'ente. Infine una coccarda tricolore.

"Questa legge è il segnale politico della volontà di tutti e 40 i consiglieri di essere presenti sul territorio - ha spiegato il presidente Giani - Ed è anche un modo per dare ordine, disciplina e correttezza per la rappresentanza della Regione: d'ora in poi, nelle occasioni pubbliche, ci sarà solo un rappresentante ufficiale dell'ente".

La normativa stabilisce anche una gerarchia per indossare la fascia: in prima istanza la potrà utilizzare il governatore e, in sua assenza, il presidente del consiglio regionale. Se mancano entrambi, la potranno portare gli assessori e, in successione, i vicepresidenti del consiglio, i segretari dell'ufficio di presidenza e infine i consiglieri regionali.

«La legge approvata risolve due problemi pratici - ha commentato il consigliere regionale del Pd Paolo Bambagioni che, nella scorsa  legilsatura, aveva presentato una proposta analoga - Prima di tutto riordina le confusionarie abitudini del passato che creavano imbarazzo tra consiglieri e giunta con rappresentanti che si sovrapponevano; poi introduce la fascia che consente ai cittadini di distinguere meglio la rappresentanza regionale alle varie iniziative toscane, anche quando non vi partecipa il presidente della giunta, la personalità sicuramente più nota».

"Certo, i problemi e le questioni importanti della Toscana sono ben altri e su questi produrremo il massimo dell’impegno e del lavoro - ha concluso Bambagioni - ma resta il fatto che il rispetto e la dignità della massima istituzione democratica regionale  è un nostro dovere".