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"Niente case popolari a chi ha carichi pendenti"

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Giani chiede una riflessione sulla proposta di legge all'esame della commissione sanità

Eugenio Giani

Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani interviene ancora sul caso della tragica scomparsa di Duccio Dini, il giovane travolto e ucciso da un'auto guidata da un rom durante un inseguimento punitivo fra clan, e chiede una riflessione sulla proposta di legge dell'edilizia residenziale pubblica all’esame attualmente all'esame della commissione sanità.

“La morte di Duccio è semplicemente inaccettabile - prosegue Giani - Chi sta in Italia deve rispettare le leggi della Repubblica italiana e deve essere punito severamente se le viola. I rom che hanno investito e ucciso Duccio in viale Canova non vivono in un campo nomad ma in case popolari". 

“Decideremo come modificare la legge ma pretendo che una riflessione ampia sia fatta - ribadisce Giani - Chi è assegnatario di case pubbliche deve avere le condizioni morali ed etiche per poter accedere alle apposite liste”.

Il presidente del Consiglio regionale intende quindi proporre la decadenza automatica dall'assegnazione degli alloggi per chi matura carichi pendenti e interventi di prevenzione per non arrivare a quello che “sta già avvenendo nei complessi di San Bartolo a Cintoia - spiega - dove a causa di comportamenti assolutamente irrispettosi e irriguardosi della convivenza civile e delle leggi italiane, si sta scardinando la vita di famiglie che lì vivono da decine di anni”.

Il presidente torna poi sulla necessità di demolire il campo nomadi del Poderaccio, elogiando il sindaco di Firenze Dario Nardella che parla di “smantellamento entro 18 mesi” e di “lutto regionale”. “Domani listeremo le nostre bandiere a lutto perché la morte di Duccio non riguarda solo Firenze e la città, ma tutta la Toscana”. 

Giani inviterà tutti i sindaci a unirsi al ricordo del giovane morto così tragicamente.