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Niente lezioni in classe per i figli dei lavoratori essenziali

Il Ministero dell'Istruzione ha fatto marcia indietro: non è chiaro quali sono i lavoratori essenziali. Ecco chi può andare a scuola in zona rossa

Con una nota protocollata nel pomeriggio di ieri, domenica, e arrivata negli istituti scolastici addirittura intorno alle 19, il Ministero dell'istruzione ha fatto marcia indietro sulla possibilità per i figli dei cosiddetti lavoratori essenziali di fare didattica in presenza anche nelle regioni o nelle province in zona rossa dove le scuole di ogni e grado vengono chiuse in ottemperanza del Dpcm Draghi con due sole eccezioni: i bambini con disabilità o bisogni speciali, che potranno continuare ad andare a scuola, e i laboratori, che potranno continuare a tenersi.

La decisione di mandare in dad anche i figli dei lavoratori essenziali è stata assunta per la mancanza di una definizione ufficiale di chi potrebbe fregiarsi di questa qualifica: i sanitari che lavorano nei reparti Covid, tutti i sanitari, il personale impiegato nei servizi di trasporto o quello che lavora nella grande distribuzione? In assenza di risposte ministeriali alle molteplici richieste di chiarimento inviate da sindaci e Regioni alla fine ogni governatore si è organizzato per conto proprio, con grosse differenze fra un territorio e l'altro. E così, per scongiurare il caos totale, domenica sera è arrivata la nota 'chiarificatrice' del governo che prevede la didattica in presenza in zona rossa solo per l'uso dei laboratori o per gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali.

"Sulla possibilità della didattica in presenza per i figli dei lavoratori essenziali sono necessari ulteriori approfondimenti" hanno spiegato i funzionari del Ministero dell'Istruzioni. Meglio tardi che mai? No. Fuori tempo massimo.