Politica

"No a dimissioni postdatate, congresso subito"

Il leader della minoranza Pd ha replicato con durezza all'annuncio del segretario Renzi di volersi dimettere dopo l'insediamento del Parlamento

Andrea Orlando

Matteo Renzi annuncia le dimissione e lancia la sfida agli avversari interni al Pd e poco dopo il leader dell'opposizione dem, Andrea Orlando, rimanda al mittente gli strali dell'ex premier.

"Di fronte alla sconfitta più grave della storia della sinistra italiana del dopoguerra mi sarei aspettato una piena assunzione di responsabilità da parte di un segretario che, eletto con il 70% al congresso, ha potuto definire, in modo pressoché solitario, la linea politica, gli organigrammi e le candidature - ha scritto Orlando in una nota - Invece siamo alla ormai consueta elencazione di alibi e all'individuazione di responsabilità esterne". 

"Da questo atteggiamento deriva la soluzione ambigua individuata, di dimissioni non dimissioni - ha scritto ancora Orlando - Renzi, infatti, le annuncia ma le postdata e si riserva di renderle effettive soltanto dopo la conclusione della trattativa per la definizione degli assetti istituzionali e del nuovo governo. Con l'annuncio delle dimissioni Renzi, inoltre, definisce la linea dei prossimi cruciali mesi e il percorso congressuale. Insomma, lo stesso gruppo dirigente che ci ha condotto alla sconfitta oggi si riserva il compito di affrontare, senza nessuna autocritica, questa travagliatissima fase per il Pd e per il Paese".

"Noi siamo, tanto quanto Renzi, contro i caminetti ma anche contro i bunker - ha concluso Orlando - Siamo per il pluralismo previsto dallo Statuto e presupposto fondamentale ad evitare che la vita democratica interna diventi un''intollerabile dittatura della maggioranza. E siamo per ridare la parola subito ai nostri iscritti e ai nostri militanti, vero punto di tenuta di questa difficilissima campagna elettorale".