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"Non ho mai falsificato alcuna prova"

Intervistato da la 7 sull'inchiesta Consip, il maggiore Scafarto ha ammesso di aver fatto degli errori negando di aver falsificato gli atti

Giampaolo Scafarto

Giampaolo Scafarto è il grande punto interrogativo dell'inchiesta Consip, l'ufficiale del Noe dei Carabinieri di Napoli che ha indagato per mesi sugli appalti della centrale acquisti dello Stato e che poi è stato a sua volta accusato in primo luogo di aver falsificato le informative per i pm allo scopo di aggravare la posizione di indagati eccellenti come Tiziano Renzi, padre del segretario del Pd ed ex premier Matteo, e poi di rivelazione di segreto d'ufficio, ovvero di essere fra coloro che hanno diffuso informazioni finite sui giornali oppure trasmesse a persone estranee alle indagini. Intervistato da una troupe de La 7 per il programma di Enrico Mentana Bersaglio Mobile, Scafarto ha negato di aver prodotto prove false.

"Creare prove false contro un indagato, chiunque egli sia, è davvero un gesto scellerato - ha dichiarato Scafarto - Io in 23 anni di servizio non ho mai falsificato alcuna prova. Nell'informativa Consip ci sono degli errori? Sicuramente, ma si tratta di errori". 

"Sono amareggiato, solo profondamente amareggiato - ha detto ancora Scafarto - anche perché purtroppo questa vicenda reca pregiudizio all'Arma dei carabinieri che ho sempre servito e amato, come amo il mio Paese". 

Per quanto riguarda invece una frase su Matteo Renzi che Scafarto avrebbe pronunciato di fronte alla procuratrice di Modena Lucia Musti ("lei ha una bomba in mano, arriviamo fino a Renzi"), Scafarto ha risposto: "Non ne ho ricordo proprio".