Cronaca

Omicida a colpi d'ascia condannato a 30 anni

Concluso il processo a carico di Gianluca Lotti per l'uccisione del suo compagno di stanza Massimo Tarabori. Nel 1998 massacrò anche la fidanzata

Il tribunale di Pistoia

Gianluca Lotti è stato dichiarato seminfermo di mente dai consulenti incaricati dalla procura.

Il suo secondo omicidio, aggravato dalla premeditazione dei futili motivi, fu commesso il 17 gennaio 2014 a Massa e Cozzile, una frazione di Pescia, nella casa famiglia dove sia la vittima che il suo assassino vivevano. Alle forze dell'ordine, Lotti dichiarò di aver ucciso a colpi d'ascia il compagno di stanza perchè non sopportava che gli desse degli ordini.

La sua storia è tragica: nel 1998, a Pistoia, dopo aver ucciso a colpi di spranga la fidanzata, Lotti trascorse 16 anni dietro le sbarre prima del carcere e poi di un ospedale psichiatrico giudiziario. 

Scontata la pena, fu ricoverato in una struttura protetta e infine  trasferito nella casa famiglia di Massa e Cozzile. 

Qui, poco più di un anno fa, Lotti ha commesso il secondo omicidio e da allora, in attesa delle sentenza, ha vissuto rinchiuso in una sezione di massima sicurezza del carcere di Prato.

E' comunque ancora aperta l'inchiesta avviata dalla procura per valutare le responsabilità di chi decise di dimettere Lotti dalla struttura protetta e di trasferirlo nella casa famiglia dove ha compiuto il secondo delitto.