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Omicron, la variante dello starnuto

I sintomi più diffusi che si manifestano all'inizio del contagio sono diversi da quelli generati dalle altre varianti del Covid-19

La comunità scientifica ancora non si sbilancia più di tanto sulla pericolosità della variante Omicron del SarsCov2 perchè la casistica è ancora limitata e occorre fare le debite distinzioni fra gli effetti provocati sui no-vax e sui vaccinati. Tuttavia l'osservazione empirica di coloro che hanno contratto l'infezione da Omicron sta fornendo indicazioni interessanti almeno sui sintomi iniziali più diffusi.

Quelli più frequenti, segnalati in uno studio condotto dal King's College di Londra in collaborazione con l'azienda Zoe, sono il naso che cola, starnuti frequenti, mal di gola con tosse, un senso di affaticamento che si trasforma in poche ore in spossatezza. A questi si aggiunge, meno frequentemente, qualche linea di febbre e, ancora più raramente, la perdita dell'olfatto e del gusto.

Anche i Centri per il controllo delle malattie degli Stati Uniti indicano come sintomi più diffusi naso che cola, tosse e senso di stanchezza mentre la perdita dell'olfatto e del gusto è più rara.

Il biologo Livio Marossi oggi ha dichiarato a Rtl 102.5 che tutti i positivi che ha riscontrato negli ultimi giorni, comprese persone vaccinate anche con tre dosi, sono asintomatici o manifestano problematiche nasali caratteristiche dell'influenza. "Bisogna prendere con cautela questa situazione, è una situazione reale - ha detto Marossi - Ieri ho avuto il 12% di positività su 40 tamponi che ho fatto e non c'era uno di questi che avesse sintomi se non questa leggera problematica nasale".

Secondo le ultime stime delle autorità sanitarie italiane la variante Omicron potrebbe aver contagiato almeno il 50% dei nuovi positivi sul territorio nazionale mentre nell'altra metà dei casi si tratta ancora della variante Delta. In Toscana la diffusione di Omicron è più alto, circa 7 casi su 10.