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Nuovo trattamento contro gli inquinanti che alterano la fertilità

Sono le ciclodestrine le sostanze in grado di rimuovere dalla membrana degli spermatozoi le sostanze perfluoro alchiliche note come Pfas

Il professor Carlo Foresta

Una tecnica innovativa di trattamento degli spermatozoi in grado di eliminare dalla loro membrana le sostanze perfluoro alchiliche note come Pfas causa di infertilità anche tra i più giovani: la scoperta è stata presentata dal professor Carlo Foresta al convegno "Natalità e denatalità: fotografie di sviluppo del Paese" organizzato da Federsanità Anci Veneto presso l'auditorium San Gaetano a Padova.

Nella regione Veneto l'esposizione a Pfas è particolarmente incisiva, ma gli alti livelli di inquinamento diffusi a livello globale hanno portato a stimare oltre 2.000 aree in Europa in cui la loro concentrazione è considerata pericolosa per la salute, con costi sanitari fra i 52 e gli 84 miliardi di euro all’anno.

Tra i principali effetti sulla salute derivanti dall’esposizione ai Pfas c'è proprio la riduzione della fertilità, rilevata proprio dal professor Foresta già in uno studio del 2019 anche in alcuni 18enni che riportavano segnali di alterazione dei parametri seminali. Più recente un altro studio che ha individuato la presenza di Pfas sulla membrana degli spermatozoi.

Ma se da un lato la fecondazione naturale prevede che lo spermatozoo si spogli della membrana al momento della penetrazione nell’ovocita, ciò non avviene nella fertilizzazione in vitro, esponendo la cellula uovo agli effetti di queste sostanze con ripercussioni imponderabili sullo sviluppo embrionale.

Ma è proprio lì che incide il trattamento. Recentemente è stato ipotizzato l’utilizzo di sostanze in grado di rimuovere i Pfas dalle membrane delle cellule, come ad esempio le ciclodestrine: oligosaccaridi ciclici naturali tipicamente utilizzati come eccipienti naturali per veicolare principi attivi nell’organismo. La loro trascurabile tossicità le porta ad un largo impiego nell’industria cosmetica, farmaceutica e alimentare. 

Le ciclodestrine però non solo possono essere usate come vettori per il trasporto di sostanze nell’organismo, ma anche come agenti sequestranti. Grazie a queste caratteristiche sono state studiate anche per la detossificazione naturale di sostanze inquinanti, tra cui anche i Pfas, dimostrandosi efficaci.

Ebbene: in vitro, le ciclodestrine riescono a rimuovere quasi completamente i Pfas dalle membrane di spermatozoi inquinati da queste sostanze: “Questi risultati aprono nuovi scenari di applicazione clinica nell’ambito delle tecniche di fecondazione assistita, soprattutto per le popolazioni residenti nelle aree esposte ad elevato inquinamento da Pfas".