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Il caldo aumenta e in Toscana si coltivano noccioline

I mutamenti climatici ridisegnano la geografia agricola e fanno avanzare le colture di frutta tropicale. L'ulivo? Si coltiva anche ai piedi delle Alpi

Il caldo aumenta per effetto dei mutamenti climatici, così in Toscana si coltivano anche le noccioline. Proprio così: le arachidi sono sbarcate tra orti e poderi toscani, ma ovunque in Italia il surriscaldamento del clima va ridisegnando la geografia agricola facendo avanzare le colture di frutta tropicale. L'ulivo? Si coltiva anche ai piedi delle Alpi. Metà della produzione di pomodoro per conserve e grano duro per la pasta, invece, oggi arriva dalla pianura Padana laddove fino a poco tempo fa era appannaggio dell'area mediterranea dello Stivale. 

E’ quanto emerge dal primo studio Coldiretti-Ixè su “I tropicali italiani e gli effetti dei cambiamenti climatici” presentato al Villaggio contadino della Coldiretti a Palermo e confermato nella realtà, con arachidi made in Tuscany coltivate specialmente sulla costa centrale della Toscana, in territorio livornese.

Il riscaldamento del clima ormai non va più considerato come fatto eccezionale: gli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentrano nell’ultimo periodo. In ordine di calura ci sono 2018, 2015, 2014, 2003, 2016, 2007, 2017, 2012, 2001 e solo dopo arriva il 1994.

E se al fianco delle colture tradizionali vengono sempre di più introdotti i cosiddetti tropicali italiani, anche la gradazione del vino italiano è aumentata di un grado negli ultimi 30 anni durante i quali la presenza della vite si trova anche a 1.200 metri di altitudine. 

Intanto l'orientamento dei consumatori si allinea: secondo i dati Coldiretti/Ixè 7 massaie su 10 inseriscono nelle loro liste della spesa e poi cercano sugli scaffali mango, avocado, banane e via coltivando. Noccioline toscane comprese.