Attualità

People Care, l'epilogo peggiore

Niente accordo ieri al Ministero sul futuro del call center. Domani ultimo giorno di lavoro, da lunedì 450 persone a casa. In 100 senza ammortizzatori

La trattativa è andata avanti serratissima, ma alla fine le speranze di salvare la "People Care" e il lavoro dei 450 addetti del call center si sono scontrate contro un muro, rappresentato dall'assenza di strade praticabili da percorrere per dare continuità al lavoro. 

L'accordo, che tutti speravano si trovasse, non c'è stato: i servizi 12.40 e 89.24.24 che il call center con sede a Guasticce (Collesalvetti) svolge per conto di SeatPagineGialle, in scadenza domani, non sono stati prorogati. Dall'altra parte, insufficienti sono apparse ai sindacati le garanzie messe sul piatto da parte di Seat sul riassorbimento dei lavoratori People Care da parte di Comdata (l'azienda che si è aggiudicata la nuova gara) cui avrebbe dovuto "passare" parte del lavoro: da parte dell'azienda non si offriva alcuna certezza sui numeri, ma si chiedeva invece la rinuncia al ricorso in sede giudiziaria.

Un nuovo incontro è stato fissato per il 4 giugno. Per ora, però, l'unica certezza è che domani sarà l'ultimo giorno di lavoro. Lunedì 1° giugno i 450 addetti circa del call center saranno a casa. Per 341 di loro scatterà la "naspi", la nuova indennità di disoccupazione (circa 500 euro). Gli altri 100, con contratti interinali o a chiamata, non avranno neppure quella.