Primo caso di peste suina africana in Toscana in un cinghiale.
Il caso è stato accertato in un esemplare, trovato morto in provincia di Massa Carrara, nel comune di Zeri, al confine con la Liguria, in un’area già monitorata come zona di massima allerta. Dopo il ritrovamento avvenuto ieri, giovedì 18 Luglio, sono immediatamente scattate le procedure di intervento previste per legge: le analisi sulla carcassa sono risultate positive alla malattia.
Procedure che, data la diffusione della malattia in regioni confinanti con la Toscana, erano già state condivise preventivamente tra Regione Toscana e Azienda Usl Toscana Nord Ovest.
"Al fine di contenere l’ulteriore diffusione del virus e limitare eventuali ricadute di tipo economico - spiega una nota della Regione- sono già state disposte tutte le procedure di sorveglianza e controllo sul territorio interessato dal rinvenimento, grazie anche alla collaborazione del comune di Zeri e dei cacciatori locali. La Regione ha inoltre già provveduto ad avvisare del caso il Ministero della Salute e il Commissario straordinario per la peste suina per la loro collaborazione".
La peste suina africana, ricorda la Regione, non si trasmette all’uomo ma solo ai suini, sia selvatici (cinghiali) che domestici.
In Toscana è attiva sin dal 2019 una sorveglianza passiva rivolta ai cinghiali morti per cause diverse dalla caccia, come previsto dal Piano nazionale di prevenzione della Psa. L'attività viene attuata attraverso la segnalazione e il controllo diagnostico di tutti i cinghiali rinvenuti morti (inclusi i morti per incidente stradale) e di tutti i casi sospetti (come nei casi di mortalità aumentata, sintomatologia riferibile a pesti suine, collegamento epidemiologico).
La gestione delle segnalazioni delle carcasse rinvenute viene attuata dai Servizi Veterinari delle Aziende Usl in collaborazione con i soggetti pubblici e privati coinvolti in funzione delle rispettive competenze.