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Piano del paesaggio, l'ultimo miglio

Pronte le risposte della giunta regionale alle 605 osservazioni presentate da categorie, enti e cittadini. Tregua fra gli assessori Marson e Salvadori

Dopo quattro mesi di discussioni e più di 70 incontri con categorie economiche, enti locali, associazioni e cittadini, la giunta regionale ha predisposto e approvato le risposte alle oltre 600 osservazioni presentate al Piano paesaggistico regionale, strumento urbanistico innovativo (tecnicamente un'intergrazione al Pit) che non pone nuovi vincoli (concetto ripetuto più volte dall'assessore all'urbanistica Anna Marson) ma punta a regolare le trasformazioni delle aree del territorio regionale già sottoposte a vincolo, comprese quelle urbane.

Adottato in prima battuta dal consiglio regionale il 2 luglio scorso, il piano è stato osteggiato prima dagli imprenditori del comparto estrattivo, soprattutto del marmo della zona delle Apuane, e poi dalle associazioni dei coltivatori diretti e in particolare i viticoltori, preoccupati che l'interpretazione delle nuove norme regionali da parte dei Comuni limitassero eccessivamente lo sviluppo del loro settore.

Le risposte allle osservazioni, a detta di Marson e del suo collega con delega all'agricoltura Gianni Salvadori, accolgono alcune istanze e fanno chiarezza su altri aspetti ma non stravolgono l'impianto generale del piano nè, tantomeno, i suoi obiettivi, a partire dalla semplificazione.

Soddisfatto anche l’assessore Salvadori che ha sottolineato come le nuove norme consentano agli agricoltori di impiantare nuovi vigneti senza bisogno del permesso a costruire, "liberandoli - ha detto l'assessore - da dieci anni di vessazioni". Entro due settimane una modifica al regolamento forestale consentirà anche di ricoltivare terreni agricoli abbandonati al bosco senza autorizzazioni paesaggistiche.

La prossima settimana, le risposte alle osservazioni saranno inviate al consiglio regionale per dovrà esaminarle prima dell’approvazione definitiva, prevista a gennaio.

Dopo il via libera dell'assemblea, i Comuni dovranno adeguare al nuovo piano i loro strumenti urbanistici al momento in cui questi ultimi andranno in scadenza.