Primo caso di Peste suina africana in provincia di Lucca. Lo rende noto l'Asl nord ovest. La conferma della positività, che riguarda la carcassa di un cinghiale a Piazza al Serchio, è arrivata il 3 Ottobre.
Per questo l'azienda sanitaria annuncia che verranno attivate alcune strategie di contenimento del virus: tra queste, ricorda l'Asl, ci sono "L’attuazione di stringenti misure di biosicurezza per gli allevamenti suini, l’abbattimento di suidi selvatici, la limitazione delle attività venatorie nei territori in restrizione, la creazione di barriere fisiche per rallentare la diffusione della malattia in ambiente selvatico".
"Queste misure di contenimento previste dalla normativa vigente - spiega l'Asl nord ovest- saranno quindi attuate in Garfagnana, così come già fatto in Lunigiana, con il coordinamento della Regione Toscana e della Struttura commissariale del Ministero della Salute".
La Peste suina africana è una malattia su base virale che colpisce esclusivamente i suidi (quindi, in Italia, maiale e cinghiale). Non è trasmissibile all'uomo ma è altamente contagiosa per queste specie di animali e per questo ritenuta una minaccia per il settore dell’allevamento suinicolo mondiale e classificata come malattia che necessita di eradicazione immediata dall’Unione Europea.
Dal mese di gennaio 2022 la malattia è presente in Italia e a luglio 2024 è stato confermato il primo focolaio in un cinghiale selvatico in Toscana, nel comune di Zeri (Lunigiana). Nel corso di un anno, nonostante gli sforzi messi in atto per contenere la malattia, il suo areale si è diffuso e le zone di restrizione imposte dall’Unione Europea (che impongono, appunto, misure restrittive di varia natura per limitare il più possibile la sua ulteriore diffusione) coinvolgono attualmente la totalità del territorio della Lunigiana, oltre a Carrara e, adesso, la Garfagnana.