Attualità

Albertina Gasparoni e il ricordo di Aldo Moro

47 anni fa l'uccisione del leader della Dc. Gasparoni, segretaria di 5 presidenti della Repubblica, lavorò con lui: "Leggere le sue lettere fu doloroso"

Albertina Gasparoni

Quarantasette anni fa, in via Caetani a Roma, veniva ritrovato il corpo esanime di Aldo Moro, per due volte presidente del Consiglio tra gli anni Sessanta e Settanta e tra i politici più amati e rimpianti d'Italia. A soli 62 anni, infatti, Moro venne rapito dalle Brigate Rosse e, dopo 55 giorni di prigionia, ucciso.

Una tragedia lunga quasi due mesi, che tenne il Paese con il fiato sospeso. E se tanti poterono osservare la vicenda soltanto da lontano, attraverso la televisione, la radio o i giornali, c'è chi come Albertina Gasparoni la visse in prima persona. Protagonista della rassegna Pontedera delle Donne nello scorso Marzo, Gasparoni, che oggi vive a Pisa, ha lavorato fianco a fianco con Moro al Ministero degli Esteri e, poi, è stata segretaria di ben cinque presidenti della Repubblica.

"Quando avvenne il rapimento lavoravo già al Quirinale, erano le ultime settimane del mandato del presidente Giovanni Leone - ha ricordato -seppi della notizia mentre mi recavo al Quirinale, stavo ascoltando una radio privata e improvvisamente interruppero le trasmissioni. Arrivai in ufficio trafelata, con gli occhi pieni di lacrime".

"Fu un grande dolore - ha aggiunto - durante l'attacco contro la scorta di Moro in via Fani, infatti, morì anche il maresciallo Oreste Leonardi. Era un caro amico, anche lui di Torino come me. Chiesi di poter andare all'obitorio, ma me lo sconsigliarono. Mi dissero di ricordarmi del maresciallo Leonardo così come lo avevo conosciuto in vita".

Dopodiché, la lunga attesa e la speranza di poter riabbracciare Moro. Prestando anche il proprio contributo. "Negli anni in cui lavoravo come segretaria del capo di Gabinetto alla Farnesina diventai esperta della calligrafia di Aldo Moro - ha raccontato Gasparoni - tant'è che mi chiamarono per autenticare le tantissime lettere che il presidente inviava dalla sua prigionia. Ero abituata, però, a dei veri e propri scarabocchi, che faceva mentre si trovava in auto e che ci inviava al Ministero. Le lettere avevano una calligrafia precisa, chiara: leggerle è stato doloroso".

"Com'è andata la vicenda credo che lo sappia solo il presidente Moro, spesso e volentieri vengono fatte delle sparate su questo tema - ha concluso - purtroppo, ciò che conta è che dopo una lunga attesa, tutti scoprimmo, il 9 Maggio, che il corpo di Moro si trovava in via Caetani. Il 1978 fu un anno tragico: la morte di due Papi, le dimissioni di Leone e il rapimento e la morte di Moro. Per fortuna, fu anche l'anno dell'elezione di Sandro Pertini: una luce per tutti noi".