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Aneurisma scoperto per caso, la salva l'intervento mai eseguito prima

La complessa operazione chirurgica di bypass extracranico-intracranico ha consentito alla paziente di tornare a una vita normale nel giro di un mese

L'équipe multidisciplinare in sala (Foto d'archivio)

Un trauma cranico e, una volta in ospedale, la scoperta: c'era un aneurisma e bisognava intervenire. Subito. Così più di un mese fa all'interno dell'azienda ospedaliero universitaria pisana di Cisanello, nell’Unità operativa di Neurochirurgia diretta da Francesco Acerbi che è ordinario di Neurochirurgia all’Università di Pisa, è stato effettuato per la prima volta un intervento di bypass extracranico-intracranico per il trattamento di un aneurisma large e complesso dell’arteria cerebrale media destra. 

La paziente, di 61 anni, era risultata portatrice di un aneurisma fusiforme, di circa 11 millimetri di diametro, a carico del ramo temporale di biforcazione dell’arteria cerebrale media destra, scoperto occasionalmente a seguito del trauma cranico che l'aveva portata in ospedale.

"Dopo discussione collegiale, il caso è stato giudicato non trattabile con tecniche endovascolari o chirurgiche 'open' (a cielo aperto) classiche. Per questo - illustra una nota dell'Aoup - la paziente è stata sottoposta ad intervento di bypass extracranico-intracranico tra l’arteria temporale superficiale e l’arteria cerebrale media a destra, per preservare il flusso a livello dell’emisfero cerebrale destro, con successiva chiusura del tratto aneurismatico dell’arteria tramite trapping (intrappolamento) chirurgico". 

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L‘intervento è perfettamente riuscito, con controlli post-operatori che hanno confermato la piena esclusione dell’aneurisma dal circolo, la pervietà del bypass e l’assenza di ischemie cerebrali. La paziente, a oltre un mese e mezzo dal trattamento, è tornata pienamente alle proprie attività quotidiane.

L'opzione bypass

Il trattamento con bypass rappresenta un’opzione molto importante per operare aneurismi complessi che non possono essere approcciati con tecniche semplici endovascolari o chirurgiche. 

Il bypass extracranico-intracranico richiede però un’alta specializzazione e la stretta collaborazione dell’equipe neurochirurgica con quelle neuroanestesiologica e neuroradiologica interventistica, per garantire i migliori risultati. Infatti, molto spesso, il bypass rappresenta parte di un trattamento multidisciplinare per aneurismi complessi che devono essere affrontati con tecnica combinata neurochirurgica ed endovascolare. 

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Infine, il bypass extracranico-intracranico rimane tuttora una valida opzione per il trattamento di alcune patologie ischemiche cerebrali con compromissione della riserva cerebrovascolare.