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In Italia 8.241 specie di piante, parola di scienziati toscani

E' stato aggiornato il censimento delle specie vegetali presenti sul territorio nazionale. La maggior parte delle 231 nuove sono aliene

In Italia ci sono 231 specie di piante in più rispetto al 2018: 185 specie aliene e 46 autoctone. Parola di scienziati toscani. Sì perché fra i coordinatori della ricerca che ha portato ad aggiornare il censimento delle specie vegetali presenti sul territorio nazionale c'è anche Lorenzo Peruzzi, professore di Botanica sistematica nel dipartimento di Biologia dell’università di Pisa e direttore dell’Orto e Museo Botanico, mentre fra gli autori figura Francesco Roma-Marzio, curatore dell’Erbario dell’Orto e Museo Botanico dell’ateneo pisano.

Secondo il nuovo censimento delle piante in Italia, che ha aggiornato i dati del 2018, emerge che lungo lo Stivale sono presenti 8.241 specie e sottospecie autoctone, di cui 1.702 endemiche (cioè esclusive del territorio italiano) mentre 28 sono probabilmente estinte. 

A queste si aggiungono 1.782 specie aliene: tra di esse, 250 sono invasive su scala nazionale e ben 20 sono incluse nella 'lista nera' della Commissione Europea, che elenca una serie di piante e animali esotici, la cui diffusione in Europa va assolutamente tenuta sotto controllo.

“Rispetto all’analogo censimento pubblicato 6 anni fa - illustra Peruzzi - abbiamo un incremento dei numeri totali: ciò è dovuto a nuovi studi e all’esplorazione di nuovi territori, ma anche, per quanto riguarda le aliene, all’ingresso di numerose nuove specie, da monitorare attentamente e se possibile eradicare”.

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Gli elenchi aggiornati della flora vascolare (ossia felci e affini, conifere e piante a fiore) autoctona e aliena presente in Italia sono stati appena pubblicati sulla rivista internazionale Plant Biosystems, organo ufficiale della Società Botanica Italiana. 

Si è trattato di una ricerca collaborativa, realizzata grazie agli sforzi congiunti di 45 ricercatori italiani e stranieri. Insieme a Lorenzo Peruzzi hanno coordinato lo studio anche Gabriele Galasso del Museo Civico di Storia Naturale di Milano e Fabrizio Bartolucci e Fabio Conti dell’Università di Camerino.