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Chirurgia mininvasiva della prostata, dimessi in poche ore

La nuova tecnica praticata in Toscana contro l'ipertrofia benigna consente di trattare i pazienti rapidamente e poi dimetterli in tempi ridottissimi

Trattamenti in anestesia locale che durano una manciata di minuti in un'unica sessione e dimissioni nel giro di ore anziché di giorni: è la nuova tecnica di trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna utilizzata da alcune settimane nell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana. L’intervento consiste nell’inserimento di due sottili aghi nel tessuto ipertrofico della prostata. Gli aghi sono attraversati da una fibra laser finissima che sprigiona un’energia termica tale da necrotizzare il tessuto, che viene poi riassorbito entro due o tre mesi. 

E' la nuova frontiera del trattamento di una patologia diffusissima, salutata con soddisfazione dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. A Pisa, spiega il professor Riccardo Bartoletti che dirige l’unità operativa Urologia 1 dell’Aoup, “sono già stati trattati circa 40 pazienti con eccellenti risultati. Questa tecnica consente infatti di curare pazienti con qualsiasi dimensione prostatica, garantendo la preservazione di tutte le funzioni sessuali nel 97% dei casi, come risulta da studi realizzati in Italia e all’estero. Possiamo inoltre intervenire con successo anche su pazienti che portano cateteri in permanenza”.

Questa tecnica si affianca a un’altra metodica mininvasiva che Aoup ha adottato per prima, in Toscana, e che è destinata a pazienti più giovani e con ipertrofie prostatiche meno rilevanti. In questo caso, attraverso il canale urinario, viene introdotto un ago a radiofrequenza che genera vapore acqueo. Attraverso l’aumento controllato della temperatura locale, le cellule prostatiche muoiono inducendo un processo di regressione della porzione di ghiandola che impedisce il normale flusso urinario. Anche questa tecnica permette di mantenere inalterate le funzioni sessuali pressoché nella totalità dei pazienti, oltre a consentire di svuotare autonomamente la vescica senza aiuti farmacologici.

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I pazienti selezionati per questi interventi mininvasivi vengono ricoverati nel Centro multidisciplinare di ricovero breve. Qui, come conferma il direttore del Centro dottor Rocco Rago, “sono sempre di più gli interventi che è possibile eseguire senza lunghi ricoveri, con al massimo una notte passata in reparto: il tutto seguendo rigorosamente gli standard internazionali, con grande beneficio per i pazienti. Per quanto riguarda il numero degli interventi, nel 2022 abbiamo raggiunto i livelli toccati prima della pandemia, e nel 2023 avremmo la possibilità di incrementare notevolmente i nostri volumi”.