Soluzioni nutritive meno concentrate possono contribuire a ridurre il consumo di fertilizzanti, senza compromettere la qualità degli ortaggi durante la conservazione. E' quanto emerge da uno studio condotto da Antonio Ferrante, docente di orticoltura e floricoltura dell’Istituto di Produzioni Vegetali della Scuola superiore Sant'Anna sulla produzione di ortaggi in idroponica, ovvero un tipo di coltivazione che avviene in soluzioni acquose contenenti sali minerali o comunque su substrati di coltura, come torba, fibra di cocco, di cui ne sono imbevute.
I risultati dello studio sono stati presentati nell'ambito della quinta “International Conference on Fresh-Cut produce: mantaining quality and safety”, organizzata dall’Università di Foggia.
“Questo studio – spiega Antonio Ferrante - ha avuto come obiettivo la riduzione dell’uso dei concimi nella coltivazione dell’insalata (lattuga). La diminuzione della concimazione del 50 per cento ha permesso di ridurre i costi e l’inquinamento dell’ambiente, perché al termine della coltivazione la soluzione acquosa residua presenta un basso contenuto di concimi e, anche se non venisse recuperata, non inquina i corsi d’acqua o le riserve idriche sotterranee. I risultati hanno dimostrato che, seppur diminuendo la concimazione, è possibile ottenere una resa elevata, di qualità e ricca di composti bioattivi benefici per la salute umana. I sistemi idroponici – conclude - si stanno sempre più diffondendo nell’industria agroalimentare e, nello specifico, nel settore della ‘quarta gamma’, per poter ottenere prodotti senza residui di agrofarmaci”.