Attualità

Perse la mano 20 anni fa, ora ne ha una bionica

Karin grazie ad uno studio europeo coordinato dai ricercatori toscani è la prima ad avere una protesi che controlla in maniera naturale

Karin con la mano bionica

Per la prima volta una protesi bionica è stata integrata in modo permanente con il sistema scheletrico e nervoso di una paziente grazie a un’innovativa interfaccia uomo-macchina osseointegrata impiantata in una donna svedese che aveva perso la mano destra in un incidente agricolo. L’interfaccia è stata collegata direttamente ai muscoli e nervi residui della paziente, permettendole di controllare in maniera naturale una mano bionica.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Robotics ed è il risultato finale del progetto europeo DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback) coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “Questa ricerca ha significato molto, perché mi ha dato una vita migliore” è il commento di Karin, la donna che ha sperimentato la nuova tecnologia.

La vita di Karin ha subito una svolta drammatica quando, più di 20 anni fa, un incidente agricolo le aveva portato via il braccio destro. Da allora ha sopportato un dolore lancinante all'arto fantasma. "Mi sembrava di avere costantemente la mano in un tritacarne, il che mi creava un alto livello di stress e mi obbligava ad assumere dosi elevate di vari antidolorifici".

Oltre al dolore, la donna ha scoperto che le protesi convenzionali erano scomode e inaffidabili, e quindi di scarso aiuto nelle attività quotidiane.
Tutto questo è cambiato quando ha ricevuto l'innovativa tecnologia bionica che le ha permesso di indossare comodamente tutto il giorno una protesi molto più funzionale. La maggiore integrazione tra la protesi bionica e l'arto residuo di Karin ha anche alleviato il dolore.

La ricerca è stata guidata dal professor Max Ortiz Catalan, responsabile della ricerca sulle protesi neurali presso il Bionics Institute in Australia e fondatore del Center for Bionics and Pain Research (CBPR) in Svezia.