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Via il pacemaker infetto, intervento unico al mondo in Toscana

La sostituzione dell'apparecchio cardiaco è stata effettuata con una modalità mai utilizzata prima su un paziente con una grave infezione

Foto di archivio

La medicina in Toscana garantisce, quasi quotidianamente, straordinari passi avanti. Un  innovativo intervento in due tempi di estrazione di pacemaker infetto e reimpianto del nuovo, in una paziente con valvola tricuspide precedentemente riparata, è stato effettuato con una modalità finora mai attuata al mondo nell’unità operativa di Cardiologia 2 dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, diretta dal dottor Giulio Zucchelli, dove questo caso di grave infezione cardiaca è stato trasferito d’urgenza da un ospedale della capitale.

“In questo specifico caso – spiega il dottor Zucchelli, che ha eseguito l’intervento con la sua equipe - la particolarità stava nella presenza di due fili elettrici infetti - di cui uno molto vecchio e l’altro ridotto a poco più di un moncone intravascolare - che attraversavano oltretutto una valvola ristretta da una clip metallica. Tale situazione rendeva l’estrazione e l’eventuale reimpianto estremamente complicati e potenzialmente distruttivi per la valvola”.

E’ stato quindi deciso, spiegano dall'Auo pisana, di effettuare l’estrazione dei “fili elettrici” dalla vena giugulare con una tecnica sviluppata dalla precedente direttrice della struttura, la dottoressa Maria Grazia Bongiorni - procedura nota nel mondo come “Pisa approach” - che consente di rimuovere i “fili elettrici” nel modo meno traumatico possibile mentre, per il reimpianto del dispositivo, si è optato per un pacemaker senza fili che, posizionato interamente all’interno del ventricolo destro, interferisce meno con la valvola tricuspide già riparata.