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Studiare il sonno per prevenire il Parkinson

Un gruppo di ricerca coordinato dall'Università di Pisa applicherà una nuova tecnologia per arrivare a una diagnosi precoce della malattia

Grazie a un progetto di ricerca coordinato dall'Università di Pisa, che comincerà il prossimo Marzo, entro il 2026 uno studio del sonno potrebbe portare a individuare precocemente il morbo di Parkinson.

Finanziato con 3 milioni di euro dal programma per la ricerca e l'innovazione dell'Unione Europea "Horizon Europe", il progetto ha come obiettivo quello di utilizzare, per la prima volta in questo campo di indagine, degli organoidi cerebrali, ossia dei modelli cellulari tridimensionali avanzati del cervello umano.

"Riuscire a individuare per tempo il morbo di Parkinson, anche prima che inizino i tremori tipici, è fondamentale per controllare la malattia e gestirne l’evoluzione - ha spiegato Chiara Magliaro, ricercatrice presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e responsabile del progetto - con la tecnologia che intendiamo sviluppare grazie al progetto, sarà possibile farlo in maniera personalizzata".

Ad oggi, infatti, il paziente si rende conto di avere questo morbo solo all’insorgere dei primi tremori quando, però, circa il 90% dei suoi neuroni è ormai già compromesso. "A differenza delle classiche tecniche di diagnosi - ha proseguito - quella che stiamo approntando non è invasiva e permetterà di individuare il morbo di Parkinson attraverso screening precoci e di capire la predisposizione o meno di un soggetto a questa malattia".

Alla base di questo nuovo dispositivo, una rivoluzionaria tecnica di indagine sul sonno che garantirà risultati più accurati rispetto a quelli normalmente permessi dagli attuali metodi di indagine. Per la prima volta al mondo, infatti, i ricercatori pisani utilizzeranno gli organoidi cerebrali per mimare i ritmi sonno veglia e caratterizzare i difetti nella morfologia delle cellule neuronali attribuibili ai disturbi del sonno connessi al Parkinson.