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Prima ondata Covid in Italia? Solo una passeggiata

L'epidemiologo Lopalco ha analizzato i risultati dell'indagine sieroepidemiologica: "Il virus ha ancora praterie di suscettibili da infettare"

Pier Luigi Lopalco

Inizia con un "mi ero sbagliato" il post con cui Pier Luigi Lopalco, epidemiologo pisano e capo della taskforce pugliese per l'emergenza Coronavirus ha commentato i risultati preliminari della indagine sieroepidemiologica nazionale, diffusi ieri sera. Quel che emerge è che solo 2,5 persone su 100, in Italia, hanno incontrato il virus in questa prima ondata, dall'inizio dell'anno fino a oggi.

Tanto che Lopalco si è spinto a dire che è "difficile crederlo, ma la prima ondata di COVID-19 in Italia altro non è stata che una breve passeggiata del virus in una porzione limitatissima di popolazione". Un monito bello e buono. In Italia, secondo questa indagine le persone positive sono state almeno un milione e mezzo. I tamponi ne hanno individuati, ad oggi, poco meno di 250mila: "Questo vuol dire che il sistema di sorveglianza (i famigerati tamponi) hanno individuato un caso su sei. Per un sistema di sorveglianza del genere, cioè basato su conferma di laboratorio, è un'ottima performance".

L'epidemiologo ha usato una metafora: "Il virus ha ancora praterie di suscettibili da infettare, come direbbe Raffaella Carrà, da Trieste in giù".

"Ebbene si - ha scritto ancora su Fb - faccio fatica ad ammetterlo. Mi ero sbagliato. Nel post precedente avevo azzardato una stima del livello di suscettibilità al SARS-CoV-2 in Italia dicendo che almeno il 90% degli italiani al nord ed il 99% al sud non avevano mai incontrato il virus".

"La quota di suscettibili al Sud è superiore al 99%. In Puglia è il 99,1%. Al Nord solo la Lombardia si discosta sensibilmente dalla media nazionale ma sempre con un limitatissimo 7,5%. Il 97,5% degli italiani non ha mai incontrato il virus".

Lopalco ha aggiunto altre riflessioni: "La letalità stimata sul totale delle infezioni è del 2,3%. Lo spauracchio degli asintomatici che appestano il mondo deve essere un po' rivisto. Si mette la parola fine su un'altra querelle: il coronavirus non si trasmette per aerosol, altrimenti avremmo avuto dati di prevalenza a due cifre".

In conclusione: "COVID-19 non ha niente a che vedere con l'influenza, che è molto più contagiosa e molto meno letale. Si può mantenere sotto controllo con un attento controllo dei focolai e l'individuazione precoce dei super-diffusori. E con un briciolo di buonsenso da parte dei cittadini che, a fronte della protezione della salute propria e dei propri cari, devono fare dei minimi sforzi: evitare luoghi affollati, lavarsi le mani e mettere la mascherina quando serve. Una seria analisi di questi dati, finalmente, potrà dare un significato concreto alla generica affermazione che 'dobbiamo convivere con il virus'".