Cronaca

Uccise il rapinatore, chiesta l'archiviazione

La procura, riconoscendo la legittima difesa, ha chiesto l'archiviazione per il gioielliere Daniele Ferretti. Il suo negozio fu assaltato a giugno

La legittima difesa, confermata dalla perizia balistica, ha spinto il procuratore Alessandro Crini a chiedere l'archiviazione per Daniele Ferretti, il gioielliere finora accusato di omicidio per la morte di Simone Bernardi, 43 anni: Ferretti gli sparò e lo uccise il 13 giugno scorso, mentre insieme a tre complici stava rapinando il suo negozio.

La perizia ha stabilito che il titolare della gioielleria esplose il colpo con una pistola regolarmente posseduta e solamente dopo i primi colpi sparati dai rapinatori.

Contestualmente, la procura pisana ha chiesto il giudizio immediato per i tre malviventi assicurati alla giustizia nelle settimane successive, ai quali la procura ha contestato anche il reato di tentato omicidio in concorso oltre alla tentata rapina e al porto abusivo di armi.

Per Ferretti, che a gennaio ha chiuso la sua attività e che negli anni scorsi aveva subìto un'altra rapina, è la fine di un incubo.

Stando alla ricostruzione dei periti, Simone Bernardi entrò nella gioiellieria di Ferretti insieme a Gabriele Kiflé mentre all'esterno rimase, a fare da palo, Marco Carciati. Nei giorni precedenti un quarto uomo, Daniele Masi, aveva effettuato alcuni sopralluoghi esplorativi. Sempre stando alla ricostruzione delle forze dell'ordine, il primo a sparare fu Kiflé. 

Tutti e tre i complici di Bernardi sono in carcere.