Cronaca

Intrappolata in una prigione di fiamme

Agghiacciante ricostruzione della morte della ragazza trovata carbonizzata nel suo bagno. Per il suo omicidio è stato arrestato un giovane pachistano

Ha cercato di mettersi al riparo nel bagno che si trova nel seminterrato della sua abitazione la giovane di 28 anni morta carbonizzata a Sammommé. Quel bagno, però, si è trasformato in una trappola mortale

Il ragazzo fermato per la sua morte, un pachistano della stessa età, ha provocato volutamente un incendio davanti alla porta del bagno servendosi di una bombola del gas a cui ha tagliato il tubo con un coltello. A quel punto ha dato fuoco a un giornale provocando un inferno di fiamme che non hanno dato scampo alla giovane. 

Poi è scappato e  "per crearsi un alibi", hanno ribadito gli investigatori, si è presentato tra i primi soccorritori. E' stato sempre lui a chiamare il marito della vittima per avvertirlo che doveva accorrere subito. 

Da circa un anno il ragazzo conosceva la coppia: viveva, infatti davanti alla loro abitazione, nell'albergo Arcobaleno che accoglie ottanta richiedenti asilo. Ancora da delineare il movente: il 28enne, nella sua confessione, ha detto  che la donna non voleva rendergli il passaporto. Per la polizia, però, sembra essere più valida l'ipotesi che il ragazzo fosse innamorato della vittima e che abbia tentato un approccio, rifiutato dalla donna. 

A quel punto sarebbe esplosa la lite che ha portato alla morte della giovane. Tragedia ulteriore, è stata lei stessa a chiedere aiuto con il cellulare al 112 che, per competenza territoriale, ha passato la richiesta al 113. L'invio dei soccorsi, hanno detto gli investigatori, è stato immediato ma a causa della distanza dell'abitazione, ci sono voluti 20 minuti prima che arrivassero.