Cronaca

Uno sparo alla nuca e poi la pistola alla tempia

Questi i gesti compiuti dalla comandante dei vigili che ha ucciso il figlio e si è suicidata. Il sindaco: "Anche il padre di lei si era tolto la vita"

Sono state trasferite all'ospedale di Orbetello le salme di Loredana Busonero e del figlio diciassettenne Francesco Visconti al termine dei rilievi effettuati dalla scientifica e dai medici legali. Il pm titolare dell'inchiesta sulla tragedia ha disposto l'autopsia su entrambi i corpi.

L'omicidio-suicidio è avvenuto questa mattina intorno alle 8 nella casa dove madre e figlio vivevano per cause ancora da mettere a fuoco. La donna, 55 anni, comandante della polizia municipale del Comune di Monte Argentario, aveva lavorato fino a ieri senza mostrare, a detta di colleghi e testimoni, segni particolari di disagio, a parte qualche momento di nervosismo peraltro frequente in periodi di grande lavoro come i mesi estivi in una località turistica. 

Invece questa mattina qualcosa è scattato nella mente di Loredana e poco dopo le 8 la donna ha impugnato la pistola d'ordinanza, è entrata in camera del figlio e gli ha sparato alla nuca mentre dormiva tranquillo. Poi ha puntato l'arma alla propria tempia destra e ha premuto il grilletto, crollando a terra accanto al letto. Lei è morta sul colpo, Francesco è sopravvissuto fino all'arrivo dei soccorsi. Poi, nonostante le manovre di rianimazione, è spirato.

Il sindaco di Monte Argentario, Arturo Cerulli, si è recato a casa della Busonero, profondamente addolorato per la tragedia. Stando al suo racconto, c'era un'ombra pesante nel passato di Loredana. "Aveva molto sofferto per il suicidio del padre - ha spiegato il primo cittadino - E lei ha sempre detto che suo padre l'aveva tradita".

Loredana Busonero abitava con Francesco in una villetta con la vista sul mare lungo la strada panoramica di Porto Santo Stefano. Separata dal marito, era rimasta vedova due anni fa. Suo figlio avrebbe compiuto 18 anni il 2 agosto.