Cronaca

Cella in fiamme e agenti intossicati

Un nuovo incendio doloso appiccato nel carcere pratese della Dogaia dopo quello di pochi giorni fa. Il sindacato Sappe annuncia lo stato di agitazione

Ci risiamo. Solo la settimana scorsa si era verificato l'ultimo caso, quando un detenuto aveva dato fuoco alla cella di isolamento. Stavolta è successo nel reparto di media sicurezza. Dalla cella in cui sono state appiccate le fiamme si è alzato subito un fumo acre e denso che ha portato a far evacuare l'intera sezione. Sei gli agenti intossicati. Si tratta del terzo caso in due settimane. 

A dare notizia dell'episodio, avvenuto ieri sera, è il segretario toscano del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Pasquale Salemme. E' lui a spiegare che "l'intervento dei poliziotti è stato reso particolarmente arduo dall'intensità dell'acre fumo, che in breve tempo ha saturato l'ambiente e dall'ulteriore insano comportamento messo in atto da un detenuto magrebino, che dopo aver appiccato il fuoco, avvalendosi di una lametta privata dell'involucro in plastica, si è procurato numerose ferite da taglio sul corpo".

Altro aspetto su cui il sindacato punta il dito: il personale, si legge in una nota del Sappe, si è ritrovato ad intervenire, ancora una volta, "senza l'ausilio dei previsti dispositivi antincendio, mettendo a repentaglio la propria incolumità per la salvaguardia della popolazione detenuta". 

L'incendio, oltretutto, non è stato l'unico caso di violenza che si è verificato nella giornata di ieri. C'è stata infatti anche una violenta rissa all'interno di un'altra sezione e il protagonista è stato lo stesso detenuto magrebino che alcuni giorni prima aveva a sua volta appiccato il fuoco nella sua cella. "Nel corso della mattina un detenuto di nazionalità albanese, dopo aver ripetutamente sfidato e minacciato l'agente addetto alla sorveglianza della sezione, che lo invitava a fare rientro in cella, gli scagliava sul volto del caffè bollente. Rinnoviamo alle istituzioni penitenziarie nazionale e regionali tempestivi provvedimenti", aggiunge Capece che ora annuncia lo stato di agitazione dei poliziotti penitenziari aderenti al Sappe.