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Prato, cinque arresti per la strage al macrolotto

Tre cinesi e due italiani in manette per l'incendio del dicembre scorso in cui sono morti 7 operai cinesi. Tra le accuse, l'omicidio colposo plurimo

Dopo quasi 4 mesi di indagini le forze dell'ordine hanno arrestato 5 persone con l'accusa di avere avuto un ruolo nell'incendio che il primo dicembre ha distrutto un capannone nell'area del Macrolotto di Prato, che è costato la vita a 7 operai cinesi. Cinesi anche tre degli arrestati, due donne e un uomo. Gli altri due sono italiani di Prato.
Si tratta in particolare dei soci accomandatari dell'immobiliare Mgf, proprietaria del capannone bruciato, che la Procura di Prato e il Gip hanno ritenuto fossero consapevoli delle condizioni di abuso edilizio e di irregolarità in cui versava la struttura.  Concorso in omicidio colposo e aggravato e di incendio colposo, le accuse per i due italiani.
Nei giorni successivi al rogo la Procura iscrisse nel registro degli indagati quattro immigrati cinesi: la titolare dell'azienda, ufficialmente residente a Roma, e tre gestori di fatto della fabbrica di pronto moda. Per i tre gestori di fatto è scattato l'arresto, mentre la titolare formale dell'azienda "Teresa Moda", mai rintracciata, secondo la Procura sarebbe effettivamente estranea alla vicenda, essendo solo una prestanome. Le indagini hanno anche stabilito che l'incendio, partito da un angolo del capannone adibito a cucina, sarebbe dovuto ad un sovraccarico elettrico. Le vittime dormivano in un soppalco suddiviso in loculi con pannelli di cartongesso.