Attualità

Il Centro Pegaso, ecco l'ospedale Covid toscano

Due piani per 190 posti complessivi su una superficie di 1.700 metri quadrati per un costo di 5 milioni di euro. Inaugurato in tempi record: un mese

Eugenio Giani durante la visita nel Centro Covid Pegaso di Prato

Il centro Covid Pegaso di Prato è pronto, il primo completamente dedicato ai pazienti contagiati dal Sars-Cov2 in Toscana. Si tratta di un ospedale di emergenza che potrà ospitare degenze di malati affetti dal Covid-19 per dare ossigeno e evitare così una ulteriore pressione sugli ospedali toscani. 

I primi venti pazienti arriveranno dagli altri ospedali già da lunedì. Questo nuovo presidio sanitario è stato realizzato nei locali del Creaf di Prato. E' di proprietà della Regione e si trova in una posizione strategica per l'area metropolitana, tra Firenze-Prato-Pistoia. E' distribuito su due piani su una superficie di 1.700 metri quadrati e potrà ospitare 190 malati di coronavirus.

Dopo un mese dall'inizio dei lavori è pronto ed è stato presentato questa mattina dal presidente della Toscana Eugenio Giani, l’assessore alla sanità Simone Bezzini e l’assessora alla Protezione civile Monica Monni. I lavori sono stati affidati in summa urgenza e sono stati conclusi con un giorno di anticipo da Inso Spa di Firenze: "Questa per la Regione – ha detto il presidente - sarà una struttura molto importante, in grado di avere più funzioni, il luogo in cui potranno venire i malati covid  che permetteranno di alleggerire la pressione sugli ospedali e sulle Residenze sanitarie assistenziali, un volano da utilizzare al momento del bisogno. E’ stato un vero lavoro di squadra. Noi abbiamo pensato a realizzare una struttura vera, che rimane e va ad arricchire il sistema sanitario regionale. A mio giudizio siamo di fronte ad un esempio per tutti, che può vivere non solo per assistere, ma anche in una dimensione di sperimentazione e ricerca. E’, insomma, un’opera che arricchisce, frutto di uno straordinario sforzo operativo che ha coinvolto tutti. La Toscana mostra oggi una struttura che può far sentire i suoi cittadini in buone mani".

Il costo interamente finanziato dal bilancio regionale ammonta a 5 milioni di euro comprensivo di tutto: arredi, apparecchi medicali, ma è relativo a due edifici, infatti la struttura gemella sarà inaugurata a breve. Inso ne ha curato l’adeguamento delle struttura muraria, gli impianti e i servizi, mentre delle forniture si è occupato il Sistema sanitario regionale con Estar, l’Ente di supporto tecnico amministrativo regionale, che si occupa degli acquisti e delle assunzioni in sanità.

Tra Natale e la fine dell’anno dovrebbero essere consegnati sia l’edificio gemello a quello inaugurato stamani, sia quello da 60 posti letto presso l’ospedale Santo Stefano di Prato, che i 155 letti di quello presso l’ospedale di Campo di Marte a Lucca.

L'assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Simone Bezzini ha parlato di “tassello importante nella lotta alla pandemia", aggiungendo che il centro Covid Pegaso è "un ambiente curato, accogliente, anche se realizzato in tempi brevissimi. E’ la dimostrazione che la Pubblica amministrazione può lavorare bene e rapidamente. La ripresa delle attività no-covid è molto attesa dai cittadini e questa struttura e le altre a cui stiamo lavorando, la renderanno possibile”.

“Quello che lanciamo oggi è un segnale grandioso – gli ha fatto eco l’assessora regionale alla Protezione civile, Monia Monni – abbiamo realizzato questo vero e proprio ospedale in un solo mese. Sarà in funzione da lunedì prossimo, quando qui arriveranno i primi venti pazienti e via via lo utilizzeremo per alleggerire la pressione sulle altre strutture del Sistema ospedaliero, che in questo modo potrà tornare a svolgere le prestazioni ordinarie, dopo che purtroppo siamo stati costretti a sospenderle. E’ stato un impegno straordinario per il quale voglio ringraziare la Inso che l’ha allestita, compresa una sala dedicata alla terapia subintensiva. E con strutture come questa e le altre che a breve inaugureremo che ci creiamo strutture cuscinetto che ci permetteranno di reggere anche l’eventuale terza ondata”.