Attualità

Tessile, Biella già ferma dopo la rivolta toscana

Il distretto tessile piemontese aveva ricevuto l'ok alla ripartenza sollevando le proteste dei concorrenti pratesi ancora fermi al palo

Contrordine, il distretto tessile di Biella si ferma di nuovo dopo che, nelle scorse ore, era giunta la notizia della ripartenza delle attività produttive. Cosa che, invece, non è avvenuta a Prato dove da settimane il comparto chiede a gran voce di poter rimettere in moto i macchinari, garantendo la sicurezza dei lavoratori, per non perdere ordini ed evitare la chiusura delle imprese come spiegato anche dal presidente del settore moda di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi a ToscanaMedia QUInews (vedi articolo correlato)

A dare notizia dello stop nel distretto biellese è stata una nota di Confindustria Toscana Nord, arrivata in serata, in cui si legge: "E' giunta notizia che la ripresa dell'attività tessile di Biella avrà vita molto breve: l'operazione avviata oggi pare essere infatti priva di ogni supporto istituzionale, tanto che alcune aziende stanno già chiudendo e altre presumibilmente lo faranno a breve".

Per il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini, questa comunque "non è una buona notizia" perché tarpa le ali alle speranze che, nonostante il coro di proteste sollevato dalle notizie arrivate dal Piemonte, cominciavano a farsi strada anche nella città laniera toscana: "Se fosse stata riconosciuta la legittimità del via all'attività delle aziende biellesi anche Prato avrebbe potuto fare altrettanto. Un'eventualità, quella della conferma del via libera, che però è apparsa subito difficilmente fondata", ha detto Marini. 

Alle proteste degli industriali, nel pomeriggio, si è aggiunta anche quella del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che aveva chiesto di spiegare "perché Biella sì e Prato no", rinnovando l'invito al Governo "a rivedere queste disposizioni e di ridiscutere insieme alle Regioni il tema della programmazione delle aperture". 

Sempre oggi a Prato è stato anche firmato il "Patto di intesa per il contrasto e il contenimento del contagio CoViD-19 nel distretto tessile-abbigliamento pratese" da ConfindustriaToscana Nord, Confartigianato Moda, Cna Federmoda, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil. Si tratta di un documento, spiegano gli industriali, che getta a livello territoriale i presupposti per far ripartire le attività produttive il prima possibile mettendo il più possibile i lavoratori al riparo dal rischio di contagio e prestando attenzione alle filiere produttive.  

L'urgenza di rimettere in moto i macchinari a Prato è dettata dai numeri, ricordati da Confindustria: il distretto pratese è primo in Italia e in Europa per concentrazione di attività tessili, con quasi 16 mila addetti (il 13,6% del totale nazionale) per 2.220 imprese solo in provincia, e oltre 19.270 addetti per 2.780 imprese nei confini amministrativi del distretto tessile. La provincia di Prato è prima in Italia per export tessile (14% del totale nazionale, che sale al 18% se esteso al distretto). Nell’abbigliamento Prato è prima provincia in Italia (11%) per numero di addetti (19.095), seguita da Napoli e Milano. Tessile e abbigliamento esprimono in provincia il 35% degli occupati totali, l’80% dell’export e il 70% del fatturato dell’industria.