L'operazione antimafia coordinata dalla Procura di Catania, che ha portato all'arresto da parte della Guardia di Finanza di otto persone e alla perquisizione di altre 12, ha toccato anche la provincia di Prato.
Gli inquirenti, infatti, si sono mossi in mezza Italia, tra le province di Catania, Messina, Monza, Pavia, Reggio Calabria e, appunto, anche Prato. Qui sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini, durante le quali sono stati anche eseguiti due sequestri preventivi di due imprese, per un valore complessivo di un milione di euro.
Al centro delle indagini, spiega la Dda etnea, "la permanente operatività del gruppo criminale appartenente al clan Laudani attivo nella provincia di Catania e, in particolare, nei territori di Acireale, Aci Sant'Antonio, Aci Catena e zone limitrofe". Secondo gli inquirenti, dall'inchiesta sarebbe emerso il "condizionamento illecito del mercato degli agrumi", in particolare dei limoni, così come dei relativi trasporti.
Secondo la Procura di Catania, dalle indagini della Guardia di Finanza sarebbero emerse degli episodi di estorsione ai danni degli imprenditori, con tanto di minaccia di rappresaglie contro chi si ribellava.
La forza di intimidazione del clan, secondo l'accusa, "sarebbe stata assicurata dalla disponibilità di armi, come testimoniato dal contenuto delle conversazioni captate".