Savelli ha voluto posizionare le sue opere all'interno di spazi che ne rispecchiano il significato simbolico, creando così un percorso attraverso luoghi che non sono semplici contenitori ma che si relazionano con i temi trattati dallo scultore, offrendo spunti di meditazione e riflessione. ''Entrare nello spazio sacro della chiesa significa anche entrare nella storia e nell'arte dei significati reconditi che lo spazio Santa Croce offre a noi contemporanei - ha spiegato il critico d'arte Mariano Apa - Si giunge così a una ridefinizione della tradizione e dell'antico dentro la nostra contemporaneità. Anche con le opere di Savelli si ripete questo incontro e ripristino della memoria''.
In concomitanza con la mostra di Savelli, l'Opera di Santa Croce ha organizzato con lo Studio teologico per laici un ciclo di conferenze intitolato ''Necessità del sacro''. Il primo appuntamento è per l'8 maggio alle 17 con Sergio Givone che parlerà del ''sacro nell'epoca della desacralizzazione''.