Cronaca

Cinesi in rivolta, proteste anche a Firenze

Dopo gli scontri all'Osmannoro di ieri sera, decine di cinesi si sono radunati prima davanti al Palazzo di Giustizia e poi davanti al consolato

Resta alta la tensione dopo i disordini scoppiati ieri sera nell'area industriale di Sesto Fiorentino fra centinaia di cinesi e le forze dell'ordine al termine di un controllo in un'azienda degli ispettori della Asl. 

In mattinata il titolare dell'impresa e un suo connazionale sono stati arrestati per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il giudice del tribunale di Firenze ha poi convalidato gli arresti disponendo per entrambi l'obbligo di firma e fissando il processo per il 26 luglio. Ma nentre nel Palazzo di Giustizia era in corso l'udienza, quasi un centinaio di cinesi si sono radunati fuori dall''aula e davanti al tribunale, innalzando uno striscione con la scritta "La legge è uguale per tutti, vogliamo giustizia".

Poi i manifestanti si sono diretti verso il consolato cinese per chiedere al console e al Comune di Firenze di poter organizzare un corteo di protesta per domenica prossima.

Al centro delle contestazioni ci sono proprio i controlli straordinari sulla sicurezza sul lavoro disposti dalla Regione dopo un incendio in un capannone del macrolotto di Prato in cui morirono, nel 2012, sette operai cinesi.

"Invece di arrestare chi ruba - hanno spiegato i manifestanti - la polizia controlla chi lavora e ci fa le multe". Molti manifestanti hanno anche raccontato che durante gli scontri di ieri alcuni connazionali sarebbero stati picchiati, fra cui l'anziano titolare dell'azienda controllata mentre stava uscendo dal capannone con in braccio il nipotino di dieci mesi.

Più di 500 persone hanno preso parte ai disordini di ieri sera a Sesto Fiorentino, la maggior parte convocate con un tam tam via sms.