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Peste suina, allerta in 7 comuni toscani

Sette comuni della provincia di Lucca inseriti della zona 1 di restrizione, perché al confine con aree in cui sono stati riscontrati uno o più casi

La peste suina, virus che colpisce i suini sia domestici che selvatici, mette in allerta la Garfagnana. A lanciare l'allarme è Coldiretti.  Da Settembre, infatti, sette comuni della provincia di Lucca (Minucciano, Sillano Giuncugnano, Piazza al Serchio, Castiglione Garfagnana, Vagli, Villa Collemandina e San Romano) sono stati inseriti della zona 1 di restrizione. Si tratta di territori dove non si sono riscontrati casi di peste suina, ma che si trovano al confine o comunque nelle vicinanze di zone, come quelle dell'Emilia Romagna, in cui invece sono stati confermati uno o più casi.

Il virus, è bene sottolinearlo, non è trasmissibile all'uomo, ma solo ai suini, sia selvatici (cinghiali) che domestici. In Toscana, come previsto dal Piano nazionale di prevenzione della peste suina, è attiva sin dal 2019 una sorveglianza passiva rivolta ai cinghiali morti per cause diverse dalla caccia. L'attività viene attuata attraverso la segnalazione e il controllo diagnostico di tutti i cinghiali trovati morti e di tutti i casi sospetti.

“La fauna selvatica  - sottolinea il presidente di Coldiretti Lucca Andrea Elmi - rappresenta un’emergenza che da sempre crea dei danni alle nostre coltivazioni; ora la situazione si è aggravata ulteriormente con il rischio della peste suina africana che rischia di mettere in ginocchio il settore suinicolo, poiché il contagio avviene anche per contatto indiretto, e condiziona l’abituale frequentazione di sentieri e boschi, una risorsa importante per le attività agricole e per il turismo. Il tempismo è un elemento fondamentale”.

Nelle scorse ore, Coldiretti ha incontrato le aziende agricole dei 7 comuni della Garfagnana inseriti nella zona 1 di restrizione. “L’esperienza della Lunigiana può e deve essere utile per affrontarla qui in Garfagnana. L’obiettivo – prosegue il presidente di Coldiretti - è evitare la diffusione della peste suina sul territorio per scongiurare conseguente pesantissime per le attività agricole e per tutto l’indotto turistico. Ma per ottenere questo risultato è necessaria sin da subito la collaborazione fattiva di tutti i soggetti coinvolti: Regione Toscana, Asl, polizia provinciale, Ambito territoriale di caccia ed amministrazioni pubbliche del territorio”.

La Toscana è stata inserita nelle liste delle regioni infette nel luglio 2024 dopo che la presenza della malattia era stata rilevata in alcune carcasse di cinghiali nel comune di Zeri. Ad oggi sono 82 animali infetti censiti. “In questa prima fase – prosegue Elmi - è importante attuare in tempi rapidi i centri di raccolta dove ospitare e poter analizzare rapidamente i cinghiali abbattuti o rinvenuti morti per verificare la presenza o meno del virus. Occorre fare presto in quanto dobbiamo impedire che i cinghiali facciano danni alle nostre coltivazioni. Gli agricoltori sono pronti a fare la loro parte, ospitando anche le gabbie di cattura nelle aziende: uno strumento di contenimento che si è rilevato efficace e funzionale in Lunigiana”.

Tra le azioni previste dal piano di contenimento ed eradicazione c’è quello del riduzione – depopolamento - della fauna selvatica. Una misura chiesta a gran voce dagli agricoltori che da anni denunciano l’esplosione demografica di cinghiali e cervi che devastano i campi e divorano i raccolti privandoli della principale fonte di reddito tanto da spingere Coldiretti ad istituire anche una squadra di guardie venatorie volontarie per accelerare gli abbattimenti nelle zone più critiche e a chiedere alla Regione Toscana di intervenire sul piano faunistico venatorio. 

"Un’azione, quest’ultima -osserva Coldiretti- che ha portato lo scorso 29 luglio all’adozione del nuovo strumento di gestione della fauna che afferma principio importantissimo: laddove c’è un’attività agricola non ci possono essere zone compatibili con la presenza di fauna selvatica, le cosiddette aree vocate". 

“Riteniamo sia un grande risultato raggiunto ed ancora ci sarà tempo per proporre altre osservazioni prima della approvazione definitiva. – conclude il presidente di Coldiretti Lucca, Elmi. – E’ un passo in avanti notevole che rimette al centro l’azienda agricola”.