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Raccolta delle olive in calo, ma non ovunque

Toscana a macchia di leopardo, ecco la fotografia delle zone dove la produzione è storicamente maggiore. Taglio generale del 50% però qualità buona

Raccolta delle olive, segnali in chiaro scuro da una delle zone toscane di maggior produzione, ossia la Valdichiana senese e la Val d'Orcia. "Quest'anno registriamo una situazione a macchia di leopardo, nel complesso stimiamo una diminuzione nelle quantità che tocca quasi il 50%, ma con grandi differenze. Ci sono zone che hanno retto bene e altre duramente colpite da siccità e forti escursioni termiche, sono gli effetti del cambiamento climatico sulle produzioni agricole - spiega il presidente di Confcooperative Toscana Sud Mario Marchi - la qualità dei nostri oli è buona".

Gli olivocoltori del Cetona registrano variazioni significative a seconda della localizzazione delle coltivazioni: "la fascia marittima ha buoni risultati, mentre all'interno la produzione è a macchia di leopardo. Nel complesso rimane una quantità deludente, 30-40% in meno rispetto all'anno scorso nonostante le precipitazioni di ottobre abbiano permesso alle olive di ingrossarsi leggermente" così il presidente della cooperativa Mario Mori.

In controtendenza rispetto alla situazione di raccolta la Val d'Orcia: "Quest'anno abbiamo una buona produzione, tra i 15mila e i 18mila quintali, nonostante un tardivo attacco della mosca a settembre" dichiara Lara Formichi, presidentessa della cooperativa Oleficio Val d'Orcia.

Anche per la cooperativa il Lecceto di Trequanda, i cui soci hanno oliveti tra la Valdichiana e la Val d'Orcia, c'è una situazione differente a seconda di come sono esposti i terreni e di come hanno colpito la siccità e le variazioni di temperatura. "Complessivamente la raccolta è stata di qualità buona, con una resa non eccezionale ma con ottime proprietà organolettiche" termina il presidente Egidio Bianchi.