Convincevano cittadini stranieri in Italia per motivi di protezione internazionale che per ottenere il permesso di soggiorno servissero certificazioni in realtà inutili, e per rilasciarle - spesso false - si sarebbero fatti pagare fior di tariffe: la Digos della questura di Grosseto in due anni di indagini è arrivata ad accertare oltre mille casi del genere, e adesso sulla scorta di quanto appurato la procura del capoluogo maremmano ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone.
Gli indagati, tre italiani e due stranieri, dovranno rispondere di truffa, falsità in certificati o autorizzazioni amministrative e falso materiale commesso dal privato.
Tutto è iniziato da accertamenti dell'ufficio immigrazione, da cui è emerso che numerosi stranieri erano stati raggirati, convinti dagli indagati della necessità del certificato di residenza o della cessione di fabbricato per l’ottenimento del permesso di soggiorno, pagavano somme di denaro per ottenerli, mentre in realtà erano falsi e, nella maggior parte dei casi, inutili.
Ai cittadini stranieri indotti in errore venivano richieste somme di denaro variabili dai 150 ai 750 euro.
Fra testimonianze, appostameni e pedinamenti le indagini della Digos hanno consentito di ricostruire le modalità d'approccio fra gli indagati e le vittime, con scambi e contatti che avvenivano per lo più vicino alla stazione ferroviaria di Grosseto o al Palazzo delle Poste.
Le residenze nelle vie inesistenti
Gli investigatori hanno scoperto un giro di dimore fittizie presso abitazioni utilizzate nelle false cessioni di fabbricato, sempre le stesse, riferibili agli indagati e ubicate in particolare nei comuni di Grosseto, Follonica e Roccastrada.
I certificati di residenza erano in realtà documenti apparentemente rilasciati dai Comuni ma falsi, spesso riportanti vie inesistenti e talvolta anche con errori di battitura. Addirittura, in alcuni casi gli stranieri venivano inseriti nello stato di famiglia degli indagati.
La quasi totalità degli stranieri coinvolti risultava in Italia per motivi di protezione internazionale, quindi per il rilascio dei permessi di soggiorno non sarebbe stata necessaria alcuna ulteriore documentazione.