Cronaca

Badanti a nero, in 60 evadono 2 milioni di euro

La guardia di finanza ha individuato decine lavoratori domestici completamente sconosciuti al fisco. Alcuni chiedevano anche la disoccupazione

Circa 60 lavoratrici e lavoratori domestici completamente sconosciuti al fisco, per lo più badanti, che percepivano dai loro datori di lavoro stipendi in nero per un ammontare complessivo di 2 milioni di euro evasi: li ha scoperti la guardia di finanza di Livorno.

Le persone individuate percepivano redditi superiori alla soglia di esenzione fiscale di 8mila euro, ma non avevano dichiarato alcunché. Le indagini, spiegano le Fiamme Gialle, sono partite da attività d'iniziativa ma anche da segnalazioni di cittadini e di lavoratori regolari.

Sì perché per colf e badanti, ricorda la Finanza, il datore di lavoro non rientra tra i sostituti d’imposta ed ha solo l’obbligo di rilasciare una dichiarazione sull’ammontare delle somme erogate nell’anno e di dare comunicazione all’Inps dell’assunzione del lavoratore. L'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, invece, è del collaboratore domestico.

Ma c'è di più: alcuni fra i 60 lavoratori in nero, inviando spesso le somme all'estero, fruivano dei servizi pubblici sanitari e assistenziali: "Addirittura - recita una nota della guardia di finanza - taluni dei controllati maturavano una (falsa) posizione contributiva che gli consentiva a fine rapporto di richiedere anche la Naspi, ossia il sussidio di disoccupazione, senza versare alcuna imposta allo Stato". Una donna, tra gli altri, aveva omesso di dichiarare oltre 60mila euro.