Turbativa d'asta per aggiudicarsi beni pignorati: era un affare di famiglia in cui un professionista e sua moglie avrebbero fatto figurare la figlia quale prestanome dandole soldi per aggiudicarsi immobili finiti all'incanto. Ora tutti e tre sono nei guai, e la guardia di finanza ha sequestrato loro immobili dl valore oltre il milione di euro.
In particolare sono state sequestrate le sei unità immobiliari indebitamente riacquisite dagli indagati, poiché ritenute il profitto del delitto di turbata libertà degli incanti. Si tratta di appartamenti, box auto e un albergo situati nel Pistoiese dalla montagna in giù. Valore stimato: più di un milione di euro.
Le indagini sono state condotte dal nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale pistoiese delle Fiamme Gialle, e l'ipotesi vagliata dal giudice per le indagini preliminari nel provvedimento cautelare reale ricostruisce come l'uomo e la consorte fossero rientrati in possesso di diversi immobili già nella loro disponibilità dopo il pignoramento, su istanza dei creditori.
La modalità del meccanismo illecito prevedeva l'impiego della figlia come prestanome. In particolare, quest’ultima si era aggiudicata tre distinte aste giudiziarie, utilizzando circa 463mila euro forniti dai genitori "attraverso diverse anomale movimentazioni finanziarie", spiega una nota della Finanza.