Cresce il numero degli stranieri residenti in Toscana: sono quasi 440mila e rappresentato il 12 per centro dell'intera popolazione regionale. E' quanto emerge dal dossier statistico sull’immigrazione, realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos e presentato questa mattina alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
Dopo il +2,1% del 2022 e dell’anno successivo, nel 2024 la popolazione straniera è salita di un ulteriore 3,7%, una quota corrispondente a quasi 16mila persone, almeno stando ai dati provvisori diffusi dall’Istat nel corso dell’anno.
Diversamente dal 2023, quando l’incremento era stato determinato soprattutto dal numero limitato di stranieri che avevano lasciato la Toscana, quindi da una maggiore propensione al radicamento, la crescita del 2024 sembrerebbe, invece, la conseguenza di una ripresa della mobilità e della capacità attrattiva del territorio regionale dato che, bilancio demografico alla mano, l’aumento di quasi 16mila stranieri residenti a fine anno è assorbito pressoché interamente dal saldo migratorio con l’estero (+26.332, con 29.306 “nuovi” stranieri registrati in anagrafe), al netto delle 13.373 acquisizioni di cittadinanza italiana che, logicamente, abbassano il numero degli stranieri residenti.
L’altra novità è che, la distribuzione territoriale dei nuovi migranti non ha riguardato solo l’area fiorentino-pratese, principale e tradizionale bacino d’insediamento della popolazione straniera, ma anche e soprattutto la fascia costiera, in particolare quella centro settentrionale. In termini percentuali, infatti, l’incremento maggiore è stato realizzato dalla provincia di Massa Carrara (+6,7%), che per il secondo anno consecutivo è la prima delle province toscane per aumento percentuale di cittadini stranieri. Seguono Arezzo (+4,5%), Firenze (+4,3%) e Prato (+4,1%), ma anche Lucca ( +4,0%), non a caso territorialmente limitrofa alla provincia apuana.
In un quadro economico di crescita a dir poco timida, con un aumento del Pil regionale dello 0,6% - in linea con l’incremento medio nazionale (0,7%)- più che la capacità attrattiva dei principali settori dell’economia, secondo il dossier l’aumento della popolazione straniera, in particolare nella fascia costiera, sembra essere legata alle direttive del Ministero dell’Interno in materia di redistribuzione degli sbarchi verso i porti dell’Italia centro-settentrionale, come quelli di Livorno e Marina di Carrara.
Una tendenza che però non si rifletterebbe nei dati sulle presenze di migranti nelle strutture d’accoglienza toscane: a giugno 2024, infatti, vi erano ospitati 9.985 persone (l’81.,7% delle quali nei c.d. “Cas e in altri”, i centri governativi), appena 197 in più (+2,0%) rispetto a dicembre 2023. Il motivo, verosimilmente, è che gli arrivi dell’anno precedente – +37,6% tra il 2022 e il 2023, passando da 7.1135 a 9.788 migranti ospitati – avrebbero, rileva il dossier, pressoché esaurito i posti del sistema d’accoglienza regionale.
L’incremento dei cittadini residenti stranieri residenti ne ha ulteriormente accresciuto il peso su totale della popolazione della regione: in Toscana, infatti, è straniero il 12,0% di tutti gli iscritti in anagrafe (contro l’11,6% del 2023), un’incidenza ampiamente superiore alla media nazionale (9,2%). A spingere in alto il dato, sono soprattutto Prato, che con una percentuale del 22,9% si conferma la prima provincia d’Italia per incidenza della popolazione straniera, e Firenze (13,8%). Tutti gli altri territori, invece, si pongono al di sotto della media regionale.
La distribuzione per continenti e per principali paesi Paesi di provenienza, infine, è analoga a quella degli anni precedenti: quasi la metà (45,3%) degli stranieri “toscani” è europeo (di cui il 22,8% di un Paese Ue e il 21,3% dell’Europa centro centro-orientale), quasi un terzo asiatico (31,2%), un sesto africano (16,5%) e il 6,9% americano. La comunità più numerosa è quella della Romania (16,8% della popolazione immigrata) seguita da Cina (16,2%), Albania (13,2%), Marocco (6,7%) e Senegal e Ucraina (entrambe 3,2%).
Lavoro
Nel 2024 il numero di occupati stranieri ha sfiorato quota 214mila, il massimo storico registrato in Toscana, per un’incidenza del 12,8% sugli occupati totali. E’ quanto emerge dalla Rilevazione sulle forze di lavoro Istat secondo cui, complessivamente, in Toscana, il numero degli occupati è cresciuto del 2,5% arrivando a 1.668.000. L’aumento dipende sia dalla dinamica positiva della componente italiana (+19mila), sia di quella straniera (+20mila).
L’incremento dell’occupazione straniera è dovuto prevalentemente alla dinamica della componente femminile (+14mila), con un contributo che rimane comunque positivo anche per quella maschile (+6mila). Per effetto di questo aumento, l’incidenza delle donne sul totale dei lavoratori stranieri sale al 45,3% (+2,6% rispetto al 2023), valore di poco superiore a quello medio riferito alla totalità dei lavoratori (44,5%) Significativo è anche il tasso di occupazione, calcolato come il rapporto tra gli occupati e la popolazione fra i 15 e i 64 anni: per i lavoratori stranieri è del 66,8%, più basso di quello degli italiani (71,5%) ma sufficiente a porre la Toscana al quarto posto nazionale, alle spalle di Valle d’Aosta, Veneto e Trentino Alto Adige.
Aumentano i dati sull'occupazione
I disoccupati stranieri sono l’8,7%, un valore sì in diminuzione rispetto a 2023 (11,3%) e significativamente più basso rispetto a quello medio nazionale (10,1%), ma anche ampiamente superiore al tasso degli italiani (5,9%) .
Circa un terzo (33,2%) dei lavoratori immigrati, inoltre, risulterebbe sovraistruito, ossia con un livello di istruzione e competenze superiore a quelle richieste per la mansione svolta, contro il 27,7% degli italiani. Il 5,8% sarebbe invece sottoccupato, ovvero lavora meno ore di quelle che avrebbe voluto e potuto fare, mentre per gli italiani l’incidenza si ferma all’1,7%.
Inoltre i lavoratori stranieri continuano ad essere impiegati nel lavoro manuale non specializzato in percentuale largamente maggiore agli italiani (24,6 contro 7,2%), mentre sono molto più raramente occupati come dirigenti o in professioni intellettuali e tecniche (10% contro il 37,8% degli italiani).
Un sesto delle imprese è a titolarità immigrata. A Prato il record nazionale
A fine 2024, il numero totale delle imprese a titolarità immigrata ha raggiunto quota 64.154 a livello regionale, con una crescita del 2,2% rispetto all'anno precedente e del 10,9% rispetto al 2019. Questo incremento si contrappone al calo delle imprese con titolari italiani, che negli ultimi 5 anni sono diminuite del 7,6%. La combinazione di questi andamenti ha portato l'incidenza delle imprese immigrate al 16,4% sul totale di quelle attive in Toscana, un’incidenza ben più alta di quella nazionale (11,3%).
Tra i titolari di imprese individuali, oltre il 60% da soli quattro Paesi: la Cina (23,3%), l’Albania (14,3%), il Marocco (11,3%) e la Romania (11,3%).
La distribuzione delle imprese a titolarità straniera immigrata mostra notevoli differenze a livello provinciale, con Prato che si distingue per la sua alta concentrazione incidenza (34,3%), mantenendo il primato a livello nazionale. A seguire troviamo Firenze (19,3%), mentre le altre province presentano valori più contenuti.
Un'altra specificità riguarda la componente femminile: in Toscana, il 27,2% dei titolari delle imprese “immigrate” è guidato da una donna, un valore superiore a quello nazionale (24,7%). Anche in questo caso, però, ci sono significative differenze provinciali: Prato si posiziona al vertice anche in questo ambito, con un'incidenza di imprese femminili che raggiunge il 35,1%, seguita da Grosseto (29,1%).
A differenza del panorama nazionale, dove tra le imprese “immigrate” predomina il settore dei servizi (58,1%), la Toscana presenta un equilibrio notevole tra industria e terziario, con 27.651 imprese nel settore industriale e 30.484 in quello dei servizi. Il settore agricolo raccoglie invece 3.318 imprese, di cui ben 866 sono localizzate a Grosseto.
Scuola
Sebbene in misura minima, anche nell’anno scolastico 2023/2024 gli studenti stranieri sono cresciuti passando dai 72.769 a 73.5784, per un incremento di appena l’1,1% nell’arco di dodici mesi. Si tratta di una crescita molto lieve, ma non irrilevante, per due motivi principali: in primo luogo perché, in uno scenario di crisi demografica, che particolarmente acuta in Toscana, il pur timido aumento della componente straniera sulla popolazione studentesca rappresenta l’unico elemento in grado di compensare, almeno parzialmente, la perdita complessiva di alunni che continua ormai da più di un decennio. Anche nell'anno scolastico 2023/24, infatti, il numero totale degli studenti è sceso dell’1,4%. In secondo luogo perché è il secondo anno consecutivo di crescita dopo la flessione di iscritti stranieri registrata nel biennio della pandemia, motivo per cui si può immaginare che i motivi che avevano provocato tale flessione siano ormai superati.
In tal modo, la percentuale complessiva degli alunni di cittadinanza non italiana sulla popolazione studentesca complessiva sale al 15,4%, un’incidenza che è ampiamente superiore a quella media degli stranieri sul totale dei residenti (12,0%).
Oltre i due terzi di questi studenti (67,4%, pari a 49.569 studenti persone) sono nati in Italia, per quanto giuridicamente rimangano stranieri. La percentuale sale al 70,8% nelle scuole primarie e all’80,9% alle nelle scuole dell’infanzia, mentre cala leggermente nelle secondarie di primo grado (66,1%) e, in misura un po’ più marcata, in quelle di secondo grado (56,6%).
Per quanto riguardano l'indirizzo di studi delle scuole secondarie superiori, gli studenti stranieri sembrano prediligere gli istituti tecnici e professionali: nell’anno scolastico 2023/2024, tra i giovani stranieri iscritti alle “superiori”, il 33,3% ha scelto un percorso liceale, mentre il 35,6% ha optato per un istituto tecnico e il 31,2% per uno professionale, contro, rispettivamente, il 55%, il 28,6% e il 16,4% degli italiani.