Cronaca

Comunità per minori a processo per maltrattamenti

I responsabili della struttura d'accoglienza che ha ospitato oltre 100 bambini dagli anni '80 sono accusati di comportamenti aggressivi su 3 ragazzi

Dopo il Forteto, ecco che è finita a processo un'altra comunità di accoglienza per minori toscana: la casa famiglia Podere Pilano.

Fondata negli anni '80 da Renato Scarpelli, la struttura era adesso sotto la responsabilità della vedova del fondatore Laura Clementi e del figlio Maurizio Scarpelli, entrambi sotto processo per maltrattamenti con l'accusa di comportamenti aggressivi, dopo un''inchiesta partita nel 2016, nei confronti di tre minorenni

Come ricorda Repubblica nelle pagine di cronaca fiorentina, negli anni ha accolto oltre 100 bambini e adolescenti, affidati dal tribunale dei minori. Secondo il pm Sandro Cutrignelli ai tre ragazzini sarebbe stato impedito di uscire dal Podere Pilano, di frequentare altri coetanei o di telefonare ai genitori, oltre a sistematici atteggiamenti vessatori, offese e anche botte. 

L'inchiesta è nata dalla denuncia della madre di uno dei ragazzi e dalle segnalazioni di un educatore e delle assistenti sociali. La struttura era considerata un'eccellenza nel sistema toscano. 

Renato Scarpelli, scomparso nel 2008, era un tecnico del Nuovo Pignone e mentre era al lavoro in Arabia Saudita rimase impressionato nel vedere bambini affamati nel deserto. Decise allora di lasciare il lavoro e fondare il centro divenuto poi un punto di riferimento per l'accoglienza dei minori, soprattutto dell'est Europa. Nel 2005 Scarpelli fu anche nominato cavaliere dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi per la sua opera a tutela dei minori.