Politica

Renzi ritira le ministre di Italia Viva dal governo

Le dimissioni di Bonetti e Bellanova sono state rese note dallo stesso Renzi aprendo così la crisi di governo dopo molte settimane di tira e molla

Le ministre di Italia Viva Teresa Bellanova (agricoltura) ed Elena Bonetti (pari opportunità) e il sottosegretario alla Difesa Ivan Scalfarotto si sono dimessi dai loro incarichi.

Lo ha annunciato il leader di Italia Viva Matteo Renzi in una conferenza stampa alla Camera. Ieri sera le due ministre si erano astenute nel voto che ha portato all'approvazione in Consiglio dei ministri della bozza del Recovery Plan, il fondo speciale istituito dall'Unione Europea per la ripresa economica. E' stato il primo passo ufficiale verso la rottura di oggi.

Si apre così la crisi di governo, in piena pandemia, dopo molte settimane di tensione  e di attacchi da parte di Renzi e del suo partito soprattutto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Abbiamo fatto nascere questo governo contro il senatore Salvini non permetteremo a nessuno di prendere pieni poteri" citando questa come la prima motivazione della crisi. Fra le altre motivazioni, l'eccessiva concentrazione di responsabilità sul commissario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri e il rifiuto di Conte e del M5s di utilizzare il Mes, il cosiddetto fondo-salvastati dell'Europa, per potenziare il servizio sanitario.

"Ho una fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica Mattarella e nel suo ruolo di arbitro - ha detto Renzi - e non abbiamo pregiudiziali su nessuno ma sia chiaro: non faremo ribaltoni o governi con quelle forze politiche della destra anti-europeista e sovranista contro la quale abbiamo fatto questo governo".

Dal punto di vista procedurale, alla luce delle dimissioni delle due ministre e del sottosegretario di Iv, il premier Conte può percorrere due strade: dimettersi a sua volta magari puntando a ricevere un nuovo incarico dal presidente Mattarellaper formare un nuovo governo (il terzo) oppure congelare le dimissioni di Bellanova e Bonetti e aprire i negoziati per concordare un nuovo patto di legislatura.

Matteo Renzi, rispondendo alle domande dei giornalisti, non ha escluso di poter concordare un nuovo patto di legislatura da mettere "nero su bianco". "Non abbiamo pregiudiziali per nessuno, neppure per Conte - ha ribadito il leader di Italia Viva - ma non c'è un unico nome per Palazzo Chigi. Non abbiamo problemi o preclusioni ma non siamo aggrappati a un unico nome. E a chi chiede come si fa ad aprire una crisi durante una pandemia rispondo: la democrazia o è sempre o non è. Chi in nome della pandemia pretende di fermare il gioco democratico non sta bloccando il virus ma la libertà e la democrazia. Noi siamo talmente liberi da lasciare le poltrone".