Cronaca

Cava Paterno, rifiuti speciali in un capannone

Le analisi effettuate da Arpat hanno individuato la presenza significativa, anche se ritenuta non pericolosa, di metalli pesanti e idrocarburi

L'Azienda Regionale ha in ogni caso ribadito al Comune la necessità di rimuovere e di mettere in sicurezza i rifiuti in tempi rapidi.

I controlli di Arpat hanno preso il via da un esposto del giugno 2013 nel quale veniva segnalata la presenza di "numerosi sacchi bianchi depositati, nell'area del cementificio annesso alla cava, in località Paterno, contenenti materiale non meglio descritto e l'evidenza di fumo e fiamme proveniente dalla stessa area."

Nel corso del primo sopralluogo venne evidenziato uno stato di degrado dell'intera area e delle strutture, con vari rifiuti abbandonati, sacchi di sabbia successivamente identificati come provenienti da una ditta della provincia di Massa Carrara e il capannone interamente occupato da materiale di varia tipologia e colore. In seguito alle ordinanze del Comune di Vaglia che ordinavano lo sgombero dell'area. 

Dopo la richiesta di integrazione e modifiche al piano di rimozione di rifiuti, fatta da Arpat, la procura della Repubblica intervenne  disponendo il sequestro dell'area. Dalle prime indagini è emerso che molto del materiale presente nei sacchi proviene dall'attività di recupero di rifiuti derivanti da operazioni di sabbiatura e si configura esso stesso come rifiuto.

Nel marzo di quest'anno Arpat ha effettuato un primo controllo sui corsi d'acqua limitrofi all'insediamento dal quale non sono emerse contaminazioni da metalli.