Dopo il no secco alle primarie di centrosinistra del sindaco uscente Daniele Lorenzini, che si presenterà alle amministrative con una propria lista senza il simbolo del Pd, il Pd incassa e cerca una soluzione al guazzabuglio che si è creato a due mesi dall'appuntamento con le urne dell'11 giugno.
All'indomani del rifiuto di Lorenzini, il segretario metropolitano del Pd Fabio Incatasciato è netto nel suo commento: "Posso solo dire che mi dispiace e che da parte nostra c'è grande amarezza per la scelta che è stata fatta". La soluzione sul tavolo, per ora, resta comunque quella annunciata dopo l'assemblea di giovedì scorso di aprire alle primarie: "Noi andiamo avanti, faremo le primarie", ha aggiunto il segretario.Tutto il resto, però, ancora è da decidere e la strategia resta quella, già affidata dal Pd alla nota in cui avanzava la proposta, di aprire "un tavolo delle forze politiche del centro sinistra per valutare data e regolamento".
Di nodi da sciogliere, però, ce ne sono diversi, a partire dai candidati dopo lo strappo con Lorenzini sulla scia delle sue dichiarazioni in sede di interrogazione nell'ambito dell'inchiesta Consip e dopo la retromarcia sul nome avanzato in un primo momento di Giampaolo Maremmi, che di Rignano è stato sindaco dal 1975 al 1980.
La crisi, insomma, resta e il tempo stringe.