Cronaca

La tratta delle schiave fra violenze e riti voodoo

Le ragazze, tra i 20 ai 30 anni, venivano reclutate in Nigeria con una falsa promessa di lavoro in Italia ma poi venivano avviate alla prostituzione

Tratta di esseri umani, prostituzione, riduzione in schiavitù, immigrazione clandestina: sono queste le ipotesi di reato formulate dalla Dda di Cagliari nei confronti di sette nigeriani e di un italiano, arrestati nell'operazione tra la Sardegna (Ogliastra), il Piemonte (Torino) e la Toscana (Arezzo). 

Le indagini sono partite un anno fa dalla Squadra Mobile di Nuoro: gli inquirenti avevano puntato i riflettori sul centro di accoglienza di Ilbono per un giro di droga. Ma i reati scoperti sono stati altri.

E' stato così accertato che il centro dell'attività illecita era a Torino nelle mani di una donna nigeriana detta "Precious". La donna teneva le fila della tratta. Le ragazze schiavizzate, tutte dai 20 ai 30 anni venivano reclutate in Nigeria con la falsa promessa di un lavoro in Italia, quindi trasferite sulle coste libiche e rinchiuse in campi profughi nella città di Sebha.

Qui subivano ripetute violenze e prima di essere imbarcate sui barconi venivano sottoposte al rito Voodoo: un modo, per gli aguzzini, per vincolare le giovani donne al pagamento del debito, circa 30mila euro per raggiungere l'Italia, con la minaccia di morte, sia per loro sia per i familiari nel caso non avessero corrisposto il dovuto.